Le autorità locali dei villaggi del distretto di Nadia, nel Bengala occidentale, India, hanno deciso che a breve verrà inaugurato il cosiddetto “muro della vergogna“, ossia una parete, accessibile al pubblico, sulla quale verranno apposte le foto di tutti coloro che continueranno a defecare all’aperto invece di utilizzare le toilette o i bagni pubblici. L’obiettivo è quello di rendere l’atto della defecazione in strada o comunque all’aperto, fuori di casa, una sorta di crimine sociale di cui doversi vergognare.
Nonostante i servizi igienici siano già stati costruiti da qualche anno nelle zone succitate, risulta ancora difficile per le autorità locali convincere gli abitanti del luogo ad utilizzarle in quanto questi ultimi, per generazioni e generazioni, hanno sempre urinato e deprecato all’aperto non avendo avuto mai accesso ad alcun servizio igienico né in casa propria nè pubblico.
Le persone che non utilizzeranno appositi servizi igienici verranno prima identificate, quindi le loro foto saranno appese ad un muro nel villaggio di appartenenza con la dovuta specificazione dell’atto “criminoso”.
Tutte le persone che appariranno sul muro della vergogna non potranno più, inoltre, godere di alcun beneficio governativo e gli aiuti statali, diretti alle persone più povere e alle famiglie più indigenti, verranno ripristinati solo quando le abitudini di espellere le proprie feci in giro cambieranno definitivamente.
Il distretto di Nadia può contare su più di 5 milioni di abitanti e l’obiettivo delle autorità locali è quello di raggiungere il 100% della popolazione che utilizza appositi servizi igienici abitualmente.
L’accesso ai servizi igienici rimane tuttora un problema un po’ in tutta l’India, in particolare nelle zone rurali dove milioni di persone continuano a defecare all’aperto provocando notevoli problemi all’igiene pubblica ed eventuali pericoli per la salute delle persone fornendo terreno fertile per ogni tipo di parassita e per la trasmissione di varie malattie legate all’assunzione di acqua infetta, come la diarrea, il tifo, il colera ed altre trasmesse anche da altri vettori, come la malaria e la febbre dengue. Tra le vittime vi sono, in particolare i bambini che subiscono in maniera più marcata la scarsa igiene pubblica evidenziando problemi alla crescita ed altre patologie più o meno gravi.
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