La Grande Nube di Magellano ripresa dal telescopio spaziale Spitzer all’infrarosso.

Un team di astronomi ha scoperto l’esistenza di una grande varietà di composti di tipo organico nella Grande Nube di Magellano, una galassia satellite della Via Lattea. Considerate non benefici sulla Terra, tali composti organici potrebbero tuttavia rappresentare i mattoni costituenti delle origini nel cosmo.
Lo studio potrebbe aiutare a capire come le sostanze chimiche ricche di carbonio, che vengono fabbricate all’interno delle stelle, vengono espulse e poi riciclate all’esterno di esse.
Lo studio sarà presentato nel contesto del National Astronomy Meeting che si terrà a Portsmouth il 23 giugno. La ricerca è stata effettuata con i dati e le immagini raccolte dal telescopio spaziale Spitzer.

Il processo vitale usuale delle stelle di massa comparabile a quella del Sole richiede che, alla fine della loro vita, quando hanno del tutto consumato idrogeno ed elio, esse espellino gli strati esterni i quali vanno a creare nebulose intorno a ciò che rimane della stella originaria (di solito una nana bianca). Con il passare del tempo, le molecole all’interno di questa nebulosa si scontrano e si mischiano tra loro andando a formare idrocarburi di natura organica.
In particolare, gli scienziati hanno analizzato gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA o, per l’acronimo inglese, PAH) e hanno scoperto che le tipologie di IPA presenti nelle atmosfere di molte stelle della grande nube di Magellano risultano essere molto più varie di quelli presenti nella nostra galassia.
La scoperta Risulta essere sorprendente in quanto tutte le precedenti misurazioni relative agli IPA presenti nel mezzo interstellare della piccola galassia satellite combaciavano più o meno con quelle della Via Lattea. Tuttavia, secondo lo scienziato Mikako Matsuuram, i composti organici cambierebbero composizione a seguito di una rielaborazione che avviene dopo l’espulsione dalla stella madre. Essendo le stelle morenti della grande nube di Magellano più ricche di carbonio, una più ampia varietà di composti organici verrebbe rilasciata nel mezzo interstellare adiacente alle stelle.

Che è una così grande varietà di idrocarburi aromatici presenti nel mezzo interstellare della grande nube di Magellano possa poi portare a maggiori possibilità di trovare la vita extraterrestre nella piccola galassia satellite rispetto alla Via Lattea, però, sarebbe ancora tutto da dimostrare qualora uno spunto teorico del genere fosse preso in considerazione. I dubbi riguardanti le metodologie con le quali gli IPA si rimescolano e le loro strutture vengono rielaborate nel mezzo interstellare sono ancora parecchi e ulteriori studi in futuro si renderanno certamente necessari.

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