Trovata la prima probabile esoluna, satellite naturale orbitante intorno ad un pianeta extrasolare
Categoria: Scienze e tecnologia
Alcuni astronomi dichiarano di aver rilevato forse la prima esoluna, ossia il primo satellite naturale orbitante intorno un pianeta extrasolare. La domanda sorgerebbe spontanea: se ancora non è possibile osservare direttamente gli esopianeti, ossia pianeti orbitanti intorno ad altre stelle, come sarebbe possibile osservare o anche solo verificare l’esistenza delle loro lune, che si suppone siano molto più piccole dei pianeti intorno ai quali dovrebbero orbitare? La risposta è: microlensing gravitazionale, ossia il fenomeno, molto noto in astronomia e sfruttato per le osservazioni a lunga distanza, nel quale un effetto di curvatura della luce viene esercitato dalla gravitazione di una stella quando questa si pone in allineamento con un altro corpo, tipicamente un’altra stella. Il processo permette di verificare l’esistenza di corpi poco o per niente luminosi intorno alla stella in primo piano per i quali sarebbe del tutto impossibile anche solo scoprirne l’esistenza. Di solito la tecnica viene utilizzata per individuare esopianeti.
Per tornare alla nostra esoluna, il cui sistema di microlente gravitazionale grazie al quale sarebbe stata scoperta è stato denominato MOA-2011-BLG-262, gli astronomi hanno lasciato intendere che la sua scoperta è stata del tutto casuale. I ricercatori hanno dichiarato che stavano conducendo alcune osservazioni da telescopi della Tasmania quando hanno determinato l’esistenza di un oggetto in primo piano il quale doveva avere un compagno che orbitava intorno ad esso e che aveva all’incirca lo 0,05% della sua massa.
Gli astronomi coinvolti nell’osservazione hanno dichiarato che il corpo più piccolo potrebbe essere un satellite naturale e il corpo più grande, se il sistema fosse relativamente vicino, potrebbe essere un pianeta roccioso vagante e non orbitante intorno ad una stella che si è posto sulla linea di osservazione per puro caso. Oppure il sistema potrebbe essere composto da una piccola stella fioca intorno alla quale orbita un pianeta con una massa grande circa 18 volte quella della Terra.
Purtroppo la certezza potrebbe non arrivare mai a causa della stessa natura casuale dell’osservazione. Un’eventuale misura della distanza di un sistema del genere potrebbe essere calcolata solo se osservato casualmente e contemporaneamente da due telescopi posti a una certa distanza, come per esempio un telescopio spaziale ed uno presente sulla Terra, utilizzando il metodo della parallasse. E questa è una situazione che può capitare molto difficilmente.
La scoperta di questo sistema di micro lente è avvenuta nel contesto dei programmi Microlensing Observations in Astrophysics e Probing Lensing Anomalies NETwork.
Tuttavia la ricerca di esolune, che fino ad oggi non ha mai avuto successo nonostante gli oltre 1.700 pianeti extrasolari scoperti, continua e si spera che un giorno o l’altro la conferma dell’esistenza di un satellite naturale extrasolare possa finalmente arrivare.
Effetto di microlente gravitazionale utilizzato per scoprire l’esistenza di un esopianeta.
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