Una donna francese è stata condannata per aver torturato il fidanzato per ben 18 mesi dal 2007. Secondo quanto è venuto fuori dal processo, l’uomo, oggi trentasettenne, avrebbe incontrato la donna, oggi quarantatreenne, tramite una chat su Internet e, dopo averla conosciuta di persona, si era trasferito nel suo appartamento di Parigi.
Dopo alcuni mesi di convivenza, l’uomo aveva perso il suo lavoro. Per ripicca, la donna gli aveva portato via le sue carte di credito e i documenti di identità.

L’uomo ha poi riferito che la donna aveva cominciato a torturarlo spegnendogli le sigarette sulla pelle e costringendolo a ingoiare spugne e liquidi lavavetri.
Minacciato di essere accusato di pedofilia da parte della donna (che viveva con i suoi due figli), l’uomo è stato costretto a dormire sul pavimento e gli veniva impedito di utilizzare il bagno. L’uomo avrebbe anche dichiarato di essere stato attaccato dalla donna con un coltello incandescente. Il giovane era stato poi salvato dai suoi genitori dopo aver subito otto ricoveri ospedalieri a causa delle ferite causategli dalla compagna.
La donna è stata condannata a 18 mesi di prigione ma lei è stato concesso la pena sospesa e le è stata inflitta una multa di 200.000 euro.

Il caso ha avuto molto clamore in Francia e sembra stia contribuendo a far emergere un vero e proprio tabù, di cui nessuno parla, ossia quello relativo alla violenza domestica subita dagli uomini ad opera delle donne.
Secondo alcuni gruppi di attivisti francesi, gli abusi subiti dagli uomini ad opera delle donne sarebbero relativamente comuni. Gli avvocati della donna hanno riferito che la stessa si è scusata per le sue azioni e che sarebbe dipendente dall’alcol.

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