Dopo un decennio di progettazione e sviluppo, il nuovo strumento Multi Unit Spectroscopic Explorer (MUSE) installato presso il Very Large Telescope (VLT) in Cile, ha superato la prima fase di test catturando con successo le prime immagini dello spazio profondo per creare viste 3D dell’universo primordiale.

Roland Bacone del Lione Astrophysics Research Center (CRAL) ha riferito che lo strumento ha richiesto quasi 10 anni di lavoro e uno studio della tecnologia ottica, meccanica ed elettronica fuori dal comune. Il MUSE utilizza 24 spettrografi per dividere la luce nei suoi componenti primari ottenendo immagini in 3D di oggetti astronomici, la loro composizione chimica e dettagli sui loro movimenti, come la rotazione, in una varietà di lunghezze d’onda. Una volta messi insieme i dati, gli scienziati possono comporre una visuale in tre dimensioni dell’oggetto.

L’utilizzo dello strumento è avvenuto la prima volta con la cattura di immagini di galassie lontane e altri oggetti astronomici distanti molti anni luce e la prima pubblicazione dei dati è avvenuta in Germania. Lo strumento si avvale anche di avanzate ottiche adattive che aiutano a rimuovere le distorsioni atmosferiche presenti nelle immagini. La strumentazione sarà utile a determinare la formazione primordiale delle galassie, in particolare della Via Lattea, e l’età stessa dell’universo.

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