Innestare farmaci indirizzati al cervello è sempre risultata una pratica abbastanza difficile. Una semplice pillola, per esempio, risulta essere altamente inefficiente nel far arrivare la sostanza al cervello.
Inoltre, una assunzione di farmaci con queste metodologie porta al corpo molti più farmaci di quanto esso abbia realmente bisogno in quanto solo una parte di essi arrivano al punto di destinazione. Un sovraddosaggio inutile e, nel contesto delle terapie riguardanti malattie di natura cerebrale a degenza cronica, anche dannoso.

Ed è per questo che da molti decenni varie comunità di ricercatori si stanno adoperando per mettere a punto nuovi metodi più efficienti riguardanti il trasporto di sostanze farmacologiche al cervello.
Alcuni ricercatori dell’Università della Danimarca del Sud e dell’Università di Aalborg dichiarano di aver prodotto uno spray nasale capace di trasportare i farmaci direttamente al cervello.
Gli agenti veicolanti, trasportatori delle sostanze farmacologiche indirizzate alle aree cerebrali, sarebbero composto da polimeri grandi quanto una molecola. In particolare, i ricercatori hanno utilizzato il polimero naturale dello zucchero che è in grado di trasportare le sostanze attraverso la parete nasale ed è in grado di rilasciare il farmaco solo quando e dove serve.

Secondo uno dei ricercatori, Massimiliano Di Cagno, questa ricerca rappresenterebbe un grosso passo avanti nel campo delle terapie farmacologiche indirizzate al cervello. Secondo Di Cagno, al momento sarebbero stati risolti due dei tre grossi ostacoli riguardanti l’assunzione di farmaci indirizzati al cervello. I primi due, quelli risolti, riguarderebbero l’assunzione di farmaci attraverso il naso e il rilascio della sostanza una volta che l’agente veicolante è giunto nel cervello.
L’ultima grande sfida è rappresentata dall’assunzione di farmaci nel lungo periodo, ossia un’applicazione del metodo per malattie di natura cronica le cui terapie prevedono assunzioni regolari e giornaliere.

Attualmente, uno dei più grandi ostacoli è rappresentato dalla gravità che tende a far fuoriuscire all’esterno delle narici le sostanze farmacologiche una volta spruzzate all’interno delle cavità nasali. Secondo Di Cagno, si dovrebbero sviluppare agenti in grado di trasportare le sostanze farmacologiche tramite le pareti nasali interne in modo che non fuoriescano dopo pochi secondi o minuti dall’inizio dello spruzzo.

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