Una bizzarra inversione di ruoli a livello sessuale è stata scoperta in una specie di insetti del genere Neotrogla, genere scoperto 18 anni fa ma le cui abitudini sessuali sono state studiate in maniera approfondita solo negli ultimi quattro anni. In questo genere di insetti, la femmina dispone di un organo prensile che inserisce in una sorta di fessura vaginale del maschio durante l’accoppiamento per prelevare lo sperma.
L’insetto è stato individuato in alcune grotte del Brasile nel 2010 dal biologo Rodrigo Ferreira, Che è anche uno degli autori della ricerca. Il riconoscimento di nuovo genere è avvenuto presso il Museo di Storia Naturale di Ginevra, in Svizzera. La ricerca che descrive le modalità di riproduzione del genere è stata pubblicata su Current Biology.

Anche se non tutte le specie animali dispongono di un pene per iniettare lo sperma ed alcune specie vedono le femmine inserire un organo penetrante nel corpo dei maschi durante l’atto della riproduzione (è il caso, per esempio, di alcune specie di cavallucci marini), secondo Ferreira si tratta del primo caso in natura in cui non solo gli organi sessuali ma anche i ruoli sono completamente invertiti tra i maschi e le femmine.
Durante l’accoppiamento, la femmina monta il maschio e con una struttura pensile, paragonabile a quella di un pene maschile, lo penetra nella zona della schiena. Per tenere fermo il maschio, anche per molte ore, la femmina utilizza diverse spine a forma di rampino, che fuoriescono da questo organo con funzionalità simili a quelle del pene, per tenerlo fermo. L’organo femminile viene inserito in un’apposita fessura del maschio da cui poi preleva piccole capsule di sperma nel corso della copulazione che può durare dalle 40 alle 70 ore. Durante tutto questo tempo il maschio resta praticamente bloccato grazie alla presa femminile. Quest’ultima risulterebbe così forte che, nel corso della ricerca, quando i biologi hanno cercato di staccare i due partner, il maschio è rimasto letteralmente squarciato a metà.

I ricercatori hanno scoperto che le femmine di questo genere potrebbero accoppiarsi non solo per generare prole ma anche per acquisire preziose fonti di nutrimento quali sono le capsule nelle quali è inserito lo sperma del maschio, dato che la loro unica fonte di nutrimento sarebbe costituita quasi unicamente da escrementi di pipistrello. La teoria è avallata dal fatto che molte femmine del genere sono promiscue e si accoppiano anche quando sono troppo giovani per essere fertili. Inoltre si accoppiano anche più volte e ripetutamente, cosa che non avrebbe senso se lo scopo fosse solo la generazione di prole.
Ciò spiega perché le femmine di questo genere abbiano sviluppato un vero e proprio organo per prelevare, in maniera quasi autonoma e del tutto attiva, lo sperma del maschio. La femmina può quindi accoppiarsi anche quando il maschio risulta al riluttante e tale modalità di accoppiamento, unita a quella che è praticamente un’inversione degli organi sessuali, fa di questo genere in caso di riproduzione animale unica al mondo.

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