Una squadra di astronomi ha sviluppato un nuovo metodo di calcolo per determinare la quantità di pianeti orbitanti nella fascia abitabile nella Via Lattea che possono ospitare forme di vita complessa.
Lo studio è stato pubblicato su Challenges il 28 maggio.

Precisazioni

Si tratta della prima ricerca che prova a fornire una stima quantitativa dei pianeti della nostra galassia che possono ospitare vita complessa. Per “vita complessa” si intende qualunque forma di vita più complessa di quella microbica, anche non intelligente.

Gli stessi astronomi hanno tenuto a precisare che tale ricerca intende quantificare non le eventuali civiltà intelligenti extraterrestri presenti nella nostra galassia, né i pianeti sui quali si crede ci sia presenza di vita, ma solo quei pianeti che possono vantare le condizioni necessarie per sostenere la vita complessa e multicellulare per come noi la conosciamo. In parole povere: non tutti i pianeti abitabili sono abitati.
Ad esempio, gli organismi che formano le catene alimentari stabili negli ecosistemi terrestri potrebbero vivere su questi esopianeti così come fanno oggi sulla Terra.

100 milioni di pianeti

I ricercatori hanno esaminato più di 1.000 pianeti utilizzando una speciale formula matematica che ha portato alla composizione di un indice denominato Biological Complexity Index (BCI, Indice di Complessità Biologica). Il sistema prende in considerazione diversi parametri riguardanti il pianeta, tra cui la densità, la temperatura, la composizione del substrato (solido, liquido o gassoso), la chimica, l’età e la distanza dalla stella.
Secondo i calcoli, l’1-2% di pianeti sembra avere un indice di BCI superiore a quello di Europa, il satellite naturale di Giove su cui si pensa che la vita possa essere sostenibile negli oceani sotto gli strati ghiacciati superficiali. Il sistema di calcolo produrrebbe circa 100 milioni di pianeti abitabili da vita complessa nella sola Via Lattea.

La distanza, è questo il problema

Nonostante il grande numero di pianeti abitabili, la distanza fra di essi, anche prendendo in considerazione la sola via Lattea, risulta essere comunque enorme e gli stessi ricercatori hanno dichiarato che un eventuale incontro tra terrestri e forme di vita aliena sembra, ad oggi e con le attuali tecnologie, alquanto improbabile.
Si pensi che una delle stelle intorno alla quale orbitano due dei pianeti extrasolari più promettenti per quanto riguarda la possibile presenza di vita extraterrestre, Gliese 581, dista da noi circa 20 anni luce. Se tale distanza dovesse essere coperta con le attuali tecnologie di viaggio spaziale (sostanzialmente razzi vettori che bruciano carburante) ci vorrebbero decine e decine di migliaia di anni per un solo viaggio di andata. E questo se si riuscisse a progettare una traversata del genere, cosa che risulta parimenti proibitiva per limiti tecnologici e costi produttivi.
Un approccio di tipo fisico alla vita aliena con le attuali tecnologie sembra quindi improponibile e, se l’obiettivo è quello di un contatto nel breve o medio termine, servirebbe solo un grosso colpo di fortuna. Diversamente, un approccio con civiltà extraterrestri intelligenti basato su contatti radio, ossia su messaggi che possono viaggiare alla velocità della luce, potrebbe, nel breve termine e a dispetto del Grande Filtro, essere molto più plausibile.

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