Secondo uno studio realizzato dall’Anglia Ruskin University’s Global Sustainability Institute e sostenuto dal ministero degli esteri britannico, la società potrebbe collassare entro il 2040 a causa della scarsità di cibo se gli attuali modelli di alimentazione dovessero rimanere gli stessi nei prossimi decenni.
Secondo il modello, che non tiene conto di eventuali reazioni messe in atto dagli esseri umani di fronte alle crescenti crisi alimentari che si produrranno di qui alla fine della prima metà del secolo, analizza le tendenze climatiche plausibili e l’attuale sistema di approvvigionamento alimentare globale. Secondo il modello, il sistema si troverebbe ad affrontare epidemie senza precedenti e grosse rivolte di livello globale attuate da masse di persone alla ricerca di cibo.

Se i tentativi di cambiare rotta falliranno, la società per come oggi la conosciamo crollerebbe essenzialmente perchè la produzione alimentare diverrebbe del tutto insufficiente.
Il modello rivelerebbe che il sistema alimentare globale sarebbe sotto una cronica pressione attualmente ancora gestibile. La domanda di cibo, però, sarebbe sempre più crescente e sarebbe in futuro sempre più influenzata da fattori quali il cambiamento climatico, lo stress idrico, la globalizzazione e l’instabilità politica di diverse regioni del mondo.

Un rapporto diramato dai Lloyds di Londra la scorsa settimana, inoltre, prevede, attraverso un modello simile, una perturbazione acuta per l’approvvigionamento alimentare globale ed analizza uno scenario caratterizzato da una profonda interruzione dell’approvvigionamento del cibo a breve termine.
Lo scenario sarebbe addirittura considerato plausibile sulla base degli eventi passati ed in relazione alle future tendenze del clima.
“La domanda globale di cibo è in crescita, trainata da una crescita senza precedenti della popolazione e da diffusi cambiamenti nel mondo relativi ai modelli di consumo mentre i paesi si sviluppano”, dichiara lo studio che suona come un campanello d’allarme nei confronti dei modelli politici attualmente utilizzati per tenere a bada i bisogni della popolazione.

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