Possibile design dei contenitori di sensori che potrebbero essere sparsi per Chicago.
Crediti immagine: Urban Center for Computation and Data.

L’Università di Chicago in collaborazione con l’Argonne National Laboratory avvieranno in città il progetto denominato “Array of Things” con il quale si prevede di installare una serie di sensori in strada che saranno in grado di raccogliere dati di varia natura tra cui la qualità dell’aria, l’intensità della luce, il livello di rumore, la temperatura, il livello delle precipitazioni meteorologiche e la velocità del vento.
I sensori saranno inoltre in grado di rilevare in maniera autonoma il livello di traffico proveniente dai telefoni cellulari per rilevare la quantità di persone in una determinata zona, strada o punto geografico. Tutti i dati saranno collegati in una cloud e saranno pubblicamente disponibili in tempo reale.

Proprio quest’ultima caratteristica, quella di poter rilevare la quantità di traffico proveniente da smartphone e telefoni cellulari, ha già scatenato un certo allarme tra i sostenitori della privacy i quali pensano che questa abilità possa risultare una vera e propria intrusione personale.
Il direttore dell’Urban Centre for Computation and Data, Charlie Catlett, ha comunque già garantito che i sensori controlleranno solo i livelli di ricezione dei cellulari e non gli indirizzi digitali di provenienza degli stessi. Lo stesso direttore ha assicurato che tale tecnologia non sarà in grado di identificare individui né di scattare foto girare video. In generale i nuovi dispositivi che saranno installati in città non registreranno suoni, immagini o video e non dovrebbero essere collegati all’attività delle telecamere di sicurezza attualmente presenti sul territorio.

I dispositivi saranno esteticamente gradevoli e si innesteranno naturalmente nelle varie strutture cittadine. I sensori saranno ad esempio montati su lampioni o altre strutture comunali pubbliche. Ogni scatolotto contiene circa una dozzina di sensori che rileveranno dati di varia natura i quali saranno messi a disposizione anche di ricercatori o sviluppatori di applicazioni.
Si tratta del primo grande sforzo da parte di una grande città degli Stati Uniti per tentare di mantenere un controllo sul proprio ambiente e sulle eventuali problematiche che in esso si possono scatenare. Al momento si prevede che gli scatolotti saranno circa 50 e verranno installati in varie parti della città. I sensori non disporranno però di nessuna telecamera e i dati saranno resi pubblici praticamente in maniera reale.
“La nostra intenzione è quella di capire meglio la città e l’obiettivo è quello di rendere questi dati essenzialmente una cosa di pubblica utilità”, ha dichiarato Catlett. Una così grande raccolta di dati potrebbe rendere Chicago un posto più sicuro, più efficiente e più pulito e la tecnologia stessa potrebbe attrarre nuove squadre di ricercatori e potrebbe, in generale, rappresentare un vantaggio competitivo nelle aree di ricerca tecnologiche.

Ad esempio, utilizzando i dati rilevati dai sensori sparsi in tutta la città, uno sviluppatore di software potrebbe creare un’applicazione in grado di avvisare i conducenti di veicoli sulla quantità di ghiaccio presente in una determinata strada o area. O ancora, si potrebbero creare applicazioni per chi soffre di una determinata allergia, per esempio quella da polline; un’eventuale applicazione potrebbe avvertire l’utente che in una determinata area ne è presente nell’aria un grosso quantitativo.
I sensori potrebbero essere inoltre di grande utilità per i turisti che potrebbero trovare molto più facilmente i percorsi a loro utili.

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