GU Psc b, l’esopianeta gassoso sul quale un anno dura 80.000 anni terrestri
Categoria: Scienze e tecnologia
Un team di astronomi internazionale ha scoperto un nuovo pianeta extrasolare che impiega ben 80.000 anni terrestri per girare intorno alla sua stella. Il pianeta è un gigante gassoso e si trova nella costellazione dei Pesci.
Il team ha analizzato i dati di vari osservatori tra cui l’Observatoire Mont-Mégantic (OMM), il Canada-France-Hawaii Telescope (CFHT) e il WM Keck Observatory. Il pianeta è stato denominato GU Psc b.
Indice
Dati e descrizione di GU Psc b
GU Psc b orbita intorno alla stella GU Psc, lontana 155 anni luce dalla Terra ed avente una massa circa tre volte più piccola di quella del Sole.
Il pianeta si trova ad una distanza dalla sua stella equivalente a circa 2.000 volte la distanza tra la Terra e il Sole, il che rappresenta un vero record se si considerano tutti gli esopianeti scoperti fino ad ora.
Il pianeta è stato scoperto attraverso un’imaging diretto ottenuto attraverso varie lunghezze d’onda. Un’osservazione in luce visibile e così dettagliata è stata possibile solo grazie alla sua grande distanza dalla stella che ha permesso un’interferenza minima dell’astro sulla visibilità del pianeta.
Tramite i dati ottenuti dall’Osservatorio Gemini Nord alle Hawaii è stato realizzato un modello secondo il quale il pianeta avrebbe una temperatura superficiale di circa 800° e una massa equivalente a circa 9-13 volte quella di Giove.
Prospettive
La ricerca potrà essere utile in futuro per altre osservazioni simili, riguardanti, cioè, pianeti molto distanti dalla loro stella. A tal proposito risulterà di enorme utilità il Gemini Planet Imager (GPI), una particolare strumentazione presente nell’osservatorio Gemini Sud in Cile.
Secondo René Doyon, direttore dell’Observatoire Mont-Mégantic, GU Psc b rappresenterebbe un vero “dono della natura” in quanto la sua grande distanza dalla stella intorno alla quale orbita permette uno dono della natura con una varietà di strumentazioni. La raccolta di questi dati permetterà una comprensione più dettagliata dei pianeti extrasolari gassosi giganti e si rivelerà molto utile, in generale, per una migliore analisi degli esopianeti.
La rarità di pianeti così distanti dalle loro stelle
La scoperta di GU Psc b ha inoltre fatto comprendere agli astronomi che la distanza che intercorre tra un pianeta e la sua stella può essere molto più grande di quanto si pensasse in precedenza, benché tali oggetti risultino, al momento, alquanto rari.
Il livello di rarità di situazioni del genere potrebbe tuttavia cambiare in futuro grazie ad una maggiore abbondanza di dati ottenuti da strumenti particolari quali il suddetto GPI, ma anche da altri telescopi che operano all’infrarosso come il Webb Space Telescope.
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