Si chiama hitchBOT ed è il primo robot autostoppista della storia. Attrezzato con GPS e un collegamento costante ad Internet, hitchBOT è dotato della caratteristica di poter chattare con gli eventuali conducenti stradali che sceglieranno di fermarsi e di dargli un passaggio. Gli automobilisti che attraverseranno il Canada quest’estate potrebbero dunque trovarsi di fronte ad un un autostoppista robotizzato.
Il robot avrà le dimensioni di un bambino piccolo ed è stato messo insieme con pezzi di scarto, tra cui un secchio di refrigerazione per la birra, guanti da giardino e stivali di gomma. L’assurdo progetto è portato avanti da alcuni ricercatori e ingegneri canadesi che hanno pensato di mettere su un vero e proprio esperimento sociale. Il robot sarà posizionato su una strada ad Halifax e tenterà di raggiungere Victoria quest’estate semplicemente cercando l’aiuto di autisti generosi. Il robottino disporrà di un unico piccolo braccio tramite il quale ricreerà il caratteristico segnale di richiesta di autostop.
La caratteristica più incredibile potrebbe essere quella relativa alla sua capacità di interagire con le persone che lo raccoglieranno. Dotato di uno software di riconoscimento vocale, sarà capace di fare qualche chiacchiera con i suoi accompagnatori fornendo risposte determinate in base all’accesso al Web, come il sito di Wikipedia. Il robottino sarà dotato anche di uno schermo LED con il quale potrà fornire le risposte e alcune espressioni facciali. Perennemente collegato ad Internet, sarà capace anche di intrattenere più persone sul Web in una sorta di chat.
Il robot sarà dotato anche di alcuni pannelli solari ma potrà essere ricaricato tramite le prese accendisigari disponibili praticamente in ogni veicolo. In ogni caso, qualora si dovesse scaricare o dovesse incorrere in qualche problema di livello tecnico, sullo “chassis” sono iscritte alcune istruzioni che eventuali accompagnatori potranno seguire per effettuare una giusta ricarica e l’indirizzo di un sito Web che fornirà aiuto ai curiosi che lo hanno preso temporaneamente in consegna.
I creatori terranno un diario dei suoi progressi e aggiorneranno la sua situazione tramite Tweet, Instagram e Facebook.
“Vogliamo rendere la domanda che normalmente ci si pone, ossia possiamo fidarci dei robot?, e trasformarla in i robot possono fidarsi degli esseri umani?“, ha riferito David Smith, professore alla McMaster University del Canada in un’intervista a NBC News, “Noi crediamo che attraverso questa opera d’arte possiamo imparare molto anche in termini di robotica sociale, in che modo ci avviciniamo a un robot (in natura, vale a dire, in ambienti non osservati e non limitati), e se interagiamo con loro e se sì, come”.
L’assurdo viaggio di hitchBOT inizierà il 27 luglio quando sarà abbandonato ai lati di una strada nei pressi del Nova Scotia College of Art and Design di Halifax. Grazie ai suggerimenti che si spera i conducenti sapranno recepire dagli input del robot, dovrebbe poter raggiungere l’Open Space Gallery nella Columbia Britannica, a oltre 6.000 km di distanza.
Approfondimenti
- hitchBOT | Making my way across Canada, one ride at a time. (sito ufficiale di hitchBOT, in inglese)
- Thumbs Up! HitchBOT the Robot Plans to Hitchhike Across Canada – NBC News.com (in inglese)
Commenta