Il noto raggio traente di Star Trek, capace di spostare agevolmente cose e persone facendole letteralmente levitare, potrebbe un giorno diventare realtà grazie alla ricerca di un gruppo di scienziati guidati da Bruce Drinkwater, un ingegnere meccanico dell’Università di Bristol, Regno Unito.
La ricerca non è nuova (in passato sono state condotte molte ricerche riguardanti la possibilità di spostare gli oggetti con i raggi laser creando campi magnetici) ma è la prima volta che si compie uno studio approfondito con relativa sperimentazione a seguito riguardante lo spostamento e la levitazione degli oggetti con le onde sonore.

Sempre secondo gli scienziati, la stessa tecnica potrebbe essere un giorno utilizzata per manipolare a distanza le cellule all’interno del corpo umano o effettuare il rilascio di una medicina, sempre all’interno del corpo umano, attivandola acusticamente dall’esterno.
Il principio su cui si è basato lo studio è relativo al fatto che le onde sonore viaggiano attraverso l’aria producendo una sorta di forze. “Tutti abbiamo sperimentato la forza del suono, quando si va ad un concerto rock non solo essa si può udire ma si sentono letteralmente le interiora del proprio corpo muoversi. È tutta questione di sfruttare quella forza”, dichiara Drinkwater.

Tramite un rilascio controllato delle onde sonore, sarebbe possibile infatti creare una regione a bassa pressione la quale riesce a contrastare in maniera efficace la forza di gravità facendo letteralmente levitare un oggetto intrappolandolo a mezz’aria, proprio al centro di quella regione. Tuttavia creare un modello esatto delle onde sonore che serve al fine di realizzare tale regione di spazio, oggi risulta ancora molto difficile in quanto le equazioni matematiche che governano il comportamento del suono sono molto complicate.
Tuttavia i ricercatori hanno utilizzato tre diversi campi di forza acustici in grado di far volteggiare, di afferrare e di manipolare gli oggetti in una sorta di gabbia ad alta pressione. La ricerca è stata pubblicata il 27 ottobre su Nature Communications.

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