Ricostruzione in 3D di un processo di coagulo del sangue con il Polystat in blu.
Crediti immagine: William Walker/University of Washington.

Polystat è un nuovo polimero iniettabile creato da una squadra di ricercatori dell’Università di Washington capace di rafforzare i coaguli di sangue e fermare le emorragie di un ferito prima che questi corra il pericolo di morire per dissanguamento. Il polimero potrebbe essere utilizzato in particolare sui campi di battaglia dove troppo spesso soldati e militari muoiono a causa di ferite che, nonostante possano essere ricucite o comunque curate, provocano emorragie incontrollate che portano ad un decesso fatale prima che il soggetto possa raggiungere un punto di soccorso dove possa essere medicato in maniera adatta.
Il polimero è ispirato al Fattore XIII, noto anche come fattore stabilizzante della fibrina, un enzima naturale, presente nel nostro corpo, che interviene nel processo della coagulazione del sangue rafforzandolo dopo la prima barriera iniziale formata dalle piastrine. Il polimero creato in laboratorio offrirebbe una maggiore protezione contro quegli enzimi naturali che tendono a sciogliere i coaguli del sangue mantenendo, di fatto, i pazienti in vita.

Trattamenti medicali che richiedono, per esempio, emoderivati congelati non sono sempre disponibili sul campo (si pensi per esempio ai feriti di incidenti automobilistici) ed è per questo che la squadra di scienziati ha creato un nuovo polimero che potrebbe rappresentare una prima linea di difesa dopo ferimenti gravi.
Polystat è stato testato su alcuni ratti i quali hanno dimostrato di poter sopravvivere ad a gravi ferite riportate all’arteria femorale. Circa il 100% dei topi a cui era stato somministrato il polimero hanno mostrato di poter sopravvivere. I ratti che non erano stati trattati con il polimero sono invece sopravvissuti in una percentuale del 20%.
Secondo il professore di medicina Nathan White, che ha collaborato con i bioingegneri e gli ingegneri chimici dell’Università di Washington per lo sviluppo della macromolecola, la maggior parte dei pazienti che muoiono per emorragie decedono in maniera rapida ed un poligono iniettabile come il Polystat, facilmente trasportabile all’interno di una siringa, potrebbe effettivamente ridurre la perdita di sangue e mantenere in vita il ferito abbastanza a lungo da potergli fargli raggiungere o da poterlo trasportare in un posto dove possa essere trattato e medicato con strumenti più adatti.

I ricercatori sono rimasti davvero soddisfatti nel testare la robustezza dei coaguli formati dal polimero quando hanno notato che gli animali, a cui era stato iniettato, sanguinavano molto meno e il 100% di loro sono riusciti a sopravvivere a ferite anche relativamente gravi che avrebbero potuto portare alla morte.
Inoltre, a differenza delle classiche terapie convenzionali per combattere le emorragie, che prevedono prodotti costosi che abbisognano di processi di stoccaggio particolare, questo polimero sintetico offrirebbe molti vantaggi in sede di primo pronto soccorso, in sede di conservazione e in sede di trasporto.

Approfondimenti