Pianeti gassosi possono trasformarsi e ospitare vita grazie a forze mareali
Categoria: Scienze e tecnologia

Rappresentazione artistica della trasformazione del pianeta gassoso in un pianeta di tipo roccioso come la Terra.
Crediti: Rodrigo Luger.
Una nuova ricerca portata avanti dalla Università di Washington a Seattle dimostrerebbe che i pianeti gassosi, proprio come il nostro Nettuno, sarebbero capaci di poter generare la vita grazie ad un lungo processo che nascerebbe dalle forze mareali dell’attività della stella intorno alla quale orbitano. Tale processo si verificherebbe in particolare per quei pianeti gassosi orbitanti intorno a stelle nane rosse. Se prima si pensava fossero solo i pianeti rocciosi posti ad una certa distanza dalla stella poter ospitare vita extraterrestre, questa nuova ricerca potrebbe aumentare a dismisura il numero di pianeti abitabili da forme di vita non complesse.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Astrobiology.
Le forze mareali sono quelle forze gravitazionali che allungano e tirano un corpo che orbita intorno ad un altro corpo più grande. Tale attività di “stiramento” produce un’attività di vulcanismo nel nucleo del pianeta orbitante che riesce addirittura a creare una temperatura tale non solo utile all’esistenza dell’acqua in forma liquida ma addirittura capace di farla bollire una volta che la stella è riuscita facilmente a bruciare l’atmosfera del pianeta. Tuttavia, con una così alta temperatura, la vita in un ambiente del genere, afflitto da una gravissimo effetto serra, sarebbe dunque impossibile. Ma non tutte le speranze sono perdute: tale pianeta non deve forse rimanere per sempre al proprio posto.
Secondo Rodrigo Luger, uno studente presso l’Università di Washington e uno degli autori della ricerca, grazie ad un processo di migrazione planetaria, tali pianeti sottoposti a forza mareale si avvicinerebbero sempre più finendo nella zona abitabile della nana rossa. Avvicinandosi alla stella, la radiazione elettromagnetica di quest’ultima fa sì che la stessa atmosfera che circondava il nucleo di ghiaccio possa evaporare via lasciando quello che gli scienziati chiamano un “habitable evaporated core“, ossia un nucleo evaporato abitabile chi potrebbe addirittura trasformarsi, dopo vari complicati processi, in un mondo di tipo roccioso. Inoltre, una volta arrivato e fermatosi nella zona abitabile, il ghiaccio interno può fondare formare gli oceani dando il via al processo della vita.
Secondo la squadra di ricerca, potrebbero esserci migliaia di pianeti abitabili che potrebbero aver subito un simile processo.
Approfondimenti
- Habitable Evaporated Cores: Transforming Mini-Neptunes into Super-Earths in the Habitable Zones of M Dwarfs | Abstract (abstract, in inglese)
- Rodrigo Luger’s Research (in inglese)
- Some Earthlike Alien Planets May Begin as ‘Mini-Neptunes’ (in inglese)
- Neptune-like worlds could become habitable | Science News (in inglese)
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