Rappresentazione artistica del sistema stellare quadruplo 30 Ari con il pianeta orbitante.
Crediti immagine: Karen Teramura, UH IfA.

Si pensa che sistemi stellari composti da due o tre stelle siano cosa comune nella nostra galassia e, in generale, un po’ in tutto l’Universo. Alcuni ricercatori che hanno utilizzato il telescopio dell’Osservatorio Palomar a San Diego, dotato di uno strumento ottico adattivo parzialmente finanziato e sviluppato dalla NASA, hanno però analizzato in maniera più approfondita un pianeta scoprendo che ruota intorno ad un sistema stellare quadruplo denominato 30 Arietis o 30 Ari e distante circa 136 anni luce da noi. Il sistema è visibile nella costellazione dell’Ariete. Si pensava, precedenza, che questo pianeta ruotasse intorno a un sistema con tre stelle, non quattro.
Non è la prima volta che si scopre un pianeta che ruota intorno ad un sistema con quattro stelle. Già nel 2013 era stato scoperto il pianeta KIC 4862625 (Kepler-64 b) da un privato cittadino che aveva utilizzato i dati della missione Keplero della NASA. Tuttavia, quest’ultima scoperta potrebbe far comprendere agli astronomi che sistemi con quattro astri potrebbero poi non essere così rari.

L’esopianeta individuato, denominato 30 Arietis Bb (abbreviato anche in 30 Ari Bb), di grandi dimensioni, sarebbe un pianeta gassoso con ben 10 volte la massa di Giove ed orbita intorno alla stella primaria ogni 335 giorni. La stella primaria, a sua volta, ha una stella partner con la quale effettua la sua periodica danza gravitazionale. Queste due stelle, a loro volta, gravitano intorno ad un’altra coppia di stelle situata ad una distanza di circa 1670 unità astronomiche.
Va da sé che in un complesso sistema del genere, con forze gravitazionali enormi da ogni direzione, la vita sul pianeta gassoso non sia facilmente sostenibile. In ogni caso, gli effetti gravitazionali di complessi sistemi stellari come quello appena individuato e come questi ultimi possono influenzare la formazione di pianeti orbitanti risultano essere ancora ai primi studi ed ulteriori approfondimenti andranno eseguiti in futuro per meglio comprendere la struttura, forma ed effetti di tali sistemi.

Secondo Lewis Roberts, ricercatore del Jet Propulsion Laboratory della NASA, “i sistemi di stelle sono disponibili in una miriade di forme. Ci possono essere singole stelle, stelle binarie, stelle triple, anche sistemi stellari quintupli. È incredibile il modo in cui la natura mette insieme queste cose”.
Ad un ipotetico osservatore posto sulla superficie del pianeta gassoso, apparirebbe un cielo con un piccolo sole e con due luminose stelle visibili anche alla luce del giorno. Con un telescopio abbastanza potente, poi, si potrebbe comprendere che una di queste due stelle è in realtà un sistema binario.

Schema del complesso sistema gravitazionale di 30 Ari.
Crediti immagine: NASA/JPL-Caltech.

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