Il 21 maggio si è tenuta una sessione del National Space Symposium a Colorado Springs durante la quale si è discusso delle future possibilità di trovare vita aliena.

Nonostante gli avanzamenti tecnologici evidenti di molti strumenti di osservazione, molti scienziati sono convinti che per trovare vita aliena tramite la sola osservazione ci vorrà comunque molta fortuna.
Ad esempio, anche con l’avvento del James Webb Space Telescope, il cui lancio è previsto per il 2018, la garanzia dell’esistenza di vita aliena attraverso l’osservazione della composizione chimica dell’atmosfera di un pianeta extrasolare sarà molto difficile da ottenere con le conoscenze scientifiche che abbiamo oggi.

Al momento, infatti, non siamo ancora sicuri di come la vita abbia avuto inizio e quanto possa essere pervasiva in un determinato stato ambientale. Avendo a disposizione un solo esempio (la vita sulla Terra) ci risulta molto difficile fare anche solo delle congetture su come essa possa nascere e svilupparsi in base a reazioni che si pensa debbano essere, nella maggior parte dei casi, di natura chimica.

John M. Grunsfeld, ex astronauta ed amministratore associato della NASA, ha dichiarato che al momento non sappiamo quanti esopianeti potranno essere osservabili in futuro e anche se non potremo inizialmente rilevare la vita su dieci o cento di essi non significherebbe che la vita extraterrestre non esista.
Anche secondo la cacciatrice di esopianeti Sara Seager, la ricerca di vita aliena è un campo alquanto intricato. “Tutto quello che possiamo fare è condurre ricerche su quello che fa la vita, ossia metabolizzare e generare gas, ed è proprio quello che stiamo cercando. La buona notizia è che, qualunque cosa sia la vita, fintanto che usa la chimica, siamo tutti dalla sua parte”, ha riferito la Seager che ha aggiunto: “Penso sia giusto dire che vogliamo solo vedere un esempio. Se ne vediamo anche solo uno, saremo consapevoli che la vita può essere presente ovunque. Abbiamo bisogno di essere rassicurati, abbiamo bisogno di fiducia e di sapere che la vita è davvero onnipresente“.

D’altronde, la vita aliena potrebbe essere presente anche nel nostro sistema solare (si ricordino, ad esempio, le ipotesi di vita extraterrestre a livello batterico sulle lune di Giove, Ganimede e Europa, o sullo stesso Marte) e ciò significherebbe che eventuali ricerche al riguardo non necessiterebbero di telescopi spaziali troppo potenti.
Nonostante si calcoli che i pianeti abitabili da vita complessa nella sola via Lattea possono essere più di 100 milioni, al momento l’idea di un contatto con gli alieni risulta essere ancora lontana.

Inoltre, per il futuro prossimo sono in progetto numerose missioni che hanno tra i loro obiettivi la ricerca di vita aliena. Si possono citare ad esempio la missione PLATO, che si baserà, in parte, sui dati dei telescopi spaziali CoRoT e Kepler, e i progetti che ruotano intorno allo stesso James Webb Space Telescope, con il quale sarà possibile cercare le firme chimiche delle atmosfere degli esopianeti con eventuale presenza di vita extraterrestre.

Al momento sono stati scoperti 771 pianeti extrasolari ma si conoscono solo 170 stelle intorno alle quali orbita più di un pianeta.
Oggi, quindi, grandi sistemi planetari come il nostro sembrerebbero un’eccezione ma si pensa che tale ipotesi sia dovuta alla nostra tecnologia di osservazione ancora relativamente primitiva e ad uno stadio primordiale.

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