Un team internazionale di astronomi ha effettuato un’osservazione ed una misurazione ad altissima precisione di una pulsar utilizzando il mezzo interstellare come lente gravitazionale. l’osservazione è stata effettuata dall’ARC Centre of Excellence for All-sky Astrophysics (CAASTRO). Le pulsar sono particolari tipi di stelle di neutroni che emettono segnali radio altissima frequenza ruotando ad un’altissima velocità.

Il materiale rarefatto che si pone sulla stessa linea visibile tra noi e la stella di neutroni è stato infatti utilizzato per ingrandire il risultato finale dell’osservazione. È la prima volta che si utilizza un corpo rarefatto, come il mezzo interstellare, per ingrandire un campo di osservazione tramite l’effetto di lensing gravitazionale.
L’osservazione è stata effettuata misurando la distorsione dei segnali che la pulsar emetteva attraverso il mezzo interstellare.

La pulsar osservate misurata è denominata B0834 +06. I ricercatori hanno scoperto che suo il campo di emissione di onde radio risulta essere molto più piccolo di quanto si pensasse in precedenza e risulterebbe essere molto più vicino alla superficie della stella.
L’osservazione è avvenuta ad una risoluzione così dettagliata che potrebbe essere paragonabile all’osservazione di una struttura a doppia elica di uno dei nostri geni ad una distanza pari a quella che ci separa dalla nostra luna.

Il record precedente, ottenuto con osservazioni di vari telescopi, vedeva una risoluzione angolare di 50 micro arcosecondi ma i membri del CAASTRO hanno dimostrato di poter arrivare ad osservazioni con una risoluzione di 50 pico arcosecondi, ossia un milione di volte più in dettaglio. Una risoluzione che può permettere di risolvere aree con superfici di 5 km.

Secondo il ricercatore Jean-Pierre Macquart dell’International Centre for Radio Astronomy Research (ICRAR) di Perth, le pulsar sono oggetti minuscoli se confrontati alle stelle normali e c’è bisogno di una risoluzione altissima per effettuare un’osservazione o addirittura una misurazione.
Secondo Ue-Li Pen, astronomo dall’Istituto canadese di Astrofisica teorica e membro del CAASTRO, questa nuova metodologia di osservazione potrà forse in futuro aiutare a risolvere i molti misteri che ancora avvolgono le pulsar le loro emissioni, nonostante siano oggetti scoperti ormai da molti decenni.

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