Orbite planetarie simili a quelle del sistema solare sarebbero la norma
Categoria: Scienze e tecnologia
Le orbite dei pianeti intorno al Sole sono caratterizzate da percorsi relativamente circolari che fanno mantenere agli stessi pianeti quasi sempr la stessa distanza dall’astro. Sono ormai diversi decenni che l’uomo si chiede se tale tipologia di orbite intorno all’astro principale da parte dei pianeti rappresenti la norma per tutti i sistemi planetari o sia una caratterizzazione del solo sistema solare.
Una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista Astrophysical Journal da alcuni ricercatori del MIT e dell’università danese di Aarhus, dimostrerebbe che orbite più o meno circolari intorno alla stella non risulterebbero una prerogativa del sistema solare ma sarebbero la norma per tutti quei sistemi planetari con pianeti simili alla Terra.
I ricercatori hanno analizzato le orbite di 74 pianeti extrasolari, tutti situati a centinaia di anni luce di distanza da lui, i quali girano intorno al loro astro di riferimento con percorsi simili a quelle dei pianeti del sistema solare. Gli astronomi avrebbero dunque scoperto che, per quanto riguarda i pianeti di tipo roccioso simili alla Terra, ovvero con dimensioni contenute, le orbite di tipo circolare sarebbero la norma mentre le eccentricità sarebbero presenti solo per quei pianeti extrasolari giganti, di solito tipo gassoso.
Secondo Vincent Van Eylen, studente del Dipartimento di fisica del MIT, i risultati di questa ricerca risulterebbero un buon viatico per le future ricerche di vita extraterrestre.
Orbite stabili di tipo circolare, infatti, sarebbero una delle caratteristiche che un pianeta di tipo roccioso delle dimensioni della Terra dovrebbe avere per poter vantare maggiori possibilità di ospitare vita.
Orbite circolari regolari, come quella terrestre intorno al sole, infatti, permetterebbero un clima più o meno stabile per tutto l’anno e ciò non farebbe altro che avvantaggiare la presenza di vita e la sua evoluzione. Casi di orbite circolari e più o meno regolari sarebbero dunque cosa comune nell’Universo, o, almeno, nella nostra galassia.
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