John McDonald, professore associato di psicologia, e il suo studente John Gaspar hanno pubblicato una ricerca sul Journal of Neuroscience nella quale dichiarano di aver fatto passi avanti nella concezione del meccanismo con il quale il cervello si attiva per evitare distrazioni quando si trova in una particolare attività cognitiva o si sta concentrando su un determinato oggetto.

Lo studio si è basato sull’analisi delle reazioni di 47 studenti con un’età media di 21 anni. I due ricercatori hanno registrato i loro segnali cerebrali tramite sensori applicati sul cranio nel corso di esperimenti legati alla gestione dell’attenzione e a segnali visivi distrattivi.
Fino ad oggi, le ricerche sul modo con cui il cervello sopprime informazioni irrilevanti, in particolare quelle visive, e le scarta a favore di quelle più rilevanti non avevano mai portato a risultati davvero concreti. Arrivare a sopprimere i segnali visivi non importanti è uno sforzo non da poco per il cervello e spesso questo non dà i risultati desiderati.

La ricerca potrebbe essere importante perché sarebbe d’aiuto per scienziati attivi nelle ricerche per contrastare i deficit cognitivi. Ad esempio, si pensa che varie sindrome da deficit di attenzione (come l’ADHD, Attention Deficit Hyperactivity Disorder) o anche la stessa schizofrenia, possano essere in qualche modo legate alle difficoltà del cervello nello scattare le informazioni non rilevanti.
Inoltre, secondo McDonald, rifrazione di tipo visiva è una delle principali cause degli incidenti sulle strade o in altri ambienti nei quali gli essere umani sono costretti ad usare strumentazioni o macchinari pericolosi per sé e per gli altri. Se si trovasse il modo di sopprimere i segnali fonti di distrazione, o perlomeno di facilitarne la soppressione naturale da parte del cervello, a livello tecnologico o farmacologico, il passo avanti nella prevenzione degli incidenti potrebbe risultare enorme.

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