Schema della luce che si propaga attraverso una nanofibra ottica.
Crediti immagine: J. E. Hoffman and E. Edwards, Joint Quantum Institute.

Un gruppo di ricercatori del Joint Quantum Institute, Università del Maryland, dichiara di aver fabbricato nanofibre per la trasmissione ottica di dati ad altissima velocità. Dispositivi di trasmissione del genere potrebbero rappresentare un passo notevole per il futuro sviluppo dei computer quantistici. L’articolo è stato pubblicato su AIP Advances.

La computazione quantistica è ritenuta essere alla base dell’informatica del futuro. Nonostante le numerose ricerche che si accavallano ormai da oltre due decenni, la difficoltà maggiore nella costruzione dei computer quantistici resta sempre il fenomeno della decoerenza. In parole molto semplici, questo fenomeno di disturbo è provocato dall’interazione tra i campi quantistici e l’ambiente esterno. Attualmente, gli scienziati non sono ancora in grado di mantenere indisturbati una serie di strati quantistici per un periodo di tempo sufficientemente lungo.

Per superare questa enorme sfida, gli scienziati del Joint Quantum Institute hanno proposto un processore quantistico ibrido che utilizza come memoria atomi intrappolati e come processore superconduttori a qubit.
Secondo Jonathan Hoffman, ricercatore del Joint Quantum Institute ed uno degli autori dello studio, l’idea di base sarebbe che si può “ottenere il meglio dei due mondi”. A tale scopo sarebbe stata creata una nuova tipologia di nanofibra ottica di un diametro davvero minimo (si parla di circa 530 nanometri, inferiore alla lunghezza d’onda della luce utilizzata per intrappolare gli atomi). Grazie a questo spessore minimo, le perdite di luce all’esterno della fibra possono essere utilizzate per intrappolare atomi a poche centinaia di nanometri dalla superficie stessa della fibra.

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