Un gruppo di scienziati della Drexel University e della Deakin University, in Australia, dichiara di aver realizzato un nuovo materiale superassorbente in grado, in particolare, di assorbire fino a 33 volte il suo peso in petrolio e solventi organici.
Quest’ultima si rivelerebbe una caratteristica speciale in quel campo di tecnologie applicate per mitigare gli incidenti petroliferi in particolare in mare. Il materiale è stato formato a base di nitruro di boro.
Nel corso degli esperimenti si è visto che il materiale riesce ad assorbire il petrolio letteralmente come una spugna.

La ricerca è stata effettuata grazie ai sostegni dell’Australian Research Council e il materiale dovrebbe essere prossimamente testato dalle industrie.
L’autore principale dello studio, il professor Ying (Ian) Chen, che ha pubblicato la sua ricerca su Nature Communications, dichiara che la scoperta che si cela dietro l’ingegnerizzazione di questo materiale si rivela il progresso più eccitante per quanto riguarda il campo della bonifica delle fuoriuscite di petrolio degli ultimi decenni.

“La fuoruscita di petrolio è un problema globale e devasta i nostri ecosistemi acquatici per non parlare dei costi di miliardi di dollari di danni”, ricorda lo scienziato che rimarca come le attuali metodologie per la bonifica delle fuoriuscite di petrolio in mare risultino inefficienti e non sofisticate. Le tecnologie che stanno dietro le bonifiche, infatti, fanno impiegare troppo tempo e causano danni nel corso delle stesse bonifiche oltre che ulteriori enormi costi.
Questo nuovo materiale è composto da moltissimi fiocchi, alcuni grandi solo pochi nanometri (miliardesimi di metro) con piccoli fori. Questo tipo di struttura permette di aumentare il potere assorbente del materiale.
I ricercatori avevano iniziato attestare il nitruro di boro in polvere, comunemente chiamato grafite bianca, per poi modificarlo fino ad ottenere una materiale simile ad una spugna.

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