Un nuovo studio di alcuni scienziati francesi, pubblicato sul Journal of American Heart Association, ha rivelato che l’utilizzo di marijuana sarebbe collegato a complicazioni cardiovascolari, talvolta anche gravi. Lo studio si è basato sulle analisi degli effetti causati dal fumo di marijuana su quasi 2000 fumatori occasionali.
Il gruppo di persone prese in esame vedeva 1.979 adulti, utilizzatori occasionali oppure ex utilizzatori di marijuana, con un’età compresa tra i 20 e i 50 anni circa, per un’età media di 34 anni. Sono state riscontrate diverse anomalie cerebrali riconducibili alla marijuana. Quasi il 2% delle persone analizzate aveva avuto problemi cardiovascolari. È stato scoperto, in particolare, che in 20 avevano subito attacchi di cuore, in 10 soffrivano di malattie vascolari periferiche agli arti, altri tre soffrivano di danni alle arterie che forniscono sangue al cervello mentre in nove sono morti per problemi cardiovascolari.
Secondo il dottor Émilie Jouanjus, del Centre Hospitalier Universitaire de Toulouse, alcuni dei giovani esaminati soffrivano di problemi cardiovascolari così gravi da essere passibili di ricovero in ospedale.
Secondo i medici autori della ricerca, questo studio andava senza dubbio effettuato in quanto in molti paesi del mondo si stanno avanzando l’ipotesi di legalizzazione della marijuana e l’utilizzo di quest’ultima si sta diffondendo sempre di più, particolare tra i giovani. Inoltre gli effetti negativi del fumo di marijuana sarebbero stati tutto offuscati dagli effetti relativamente benefici che si possono avere in determinati casi clinici per il trattamento del dolore, anche se non avrebbe effetti analgesici.
Già nello scorso mese di gennaio una ricerca neozelandese aveva rivelato che i consumatori di marijuana avevano un rischio maggiore di infarto rispetto ai non consumatori.
Secondo il dottor Scott Krakower, assistente capo dell’unità di psichiatria presso lo Zucker Hillside Hospital di Glen Oaks, gli adolescenti sarebbero gli individui più a rischio di sviluppare una dipendenza da marijuana. oltre ai danni di tipo cardiovascolare, l’utilizzo di marijuana provocherebbe anche diverse alterazioni al funzionamento del cervello, in particolare nelle aree relative all’emozione e alla motivazione.
Secondo Hans Breiter, uno dei coautori della ricerca, questo studio potrebbe essere una pietra miliare nella diffusione dell’idea che anche il fumo di marijuana, i cui effetti sono largamente sottostimati nella percezione pubblica, non faccia bene alla salute e non sia solo un farmaco dagli effetti benefici o comunque una sostanza innocua dagli effetti rilassanti.
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