Una fase dell’esperimento effettuato con elettrodi posti sulla testa per rilevare l’attività del cervello.

Uno studio, eseguito dal Center for Mind and Brain Università della California, potrebbe aver rivalutato in qualche modo il concetto che abbiamo di libero arbitrio, inteso come capacità di fare scelte autonome. Secondo la ricerca, pubblicata sul Journal of Cognitive Neuroscience, il libero arbitrio sarebbe fortemente influenzato dell’attività elettrica del cervello che si mette in moto prima che operiamo secondo una determinata scelta che poi porta ad un’azione. Gli scienziati hanno chiamato questa attività che precede la scelta “background noise“, un “rumore di fondo“.

Secondo gli scienziati, determinate scelte, prese in considerazione prima di compiere un’azione, potrebbero essere influenzate prima che si formulino i pensieri relativi alla stessa azione da una continua attività cerebrale che si mette in moto prima che la scelta venga fatta.
I ricercatori hanno effettuato un esperimento su alcuni studenti volontari che sono stati invitati a sedersi davanti allo schermo e a concentrarsi su un punto. Intanto gli scienziati registravano l’attività elettrica tramite elettrodi posti sul cranio. Gli studenti dovevano operare una scelta in momenti casuali, ossia guardare a destra o a sinistra sullo schermo. Nel momento in cui i volontari effettuavano la loro decisione, veniva registrato un segnale di attività elettrica da parte del cervello che si diffondeva attraverso specifiche regioni cerebrali. Tuttavia, circa 800 millisecondi prima, ulteriori attività elettriche provenivano da altre parti del cervello, precedentemente all’emersione dell’attività vera e propria relegata alla scelta.
Analizzando quest’ultimo segnale, una sorta di rumore di fondo, gli scienziati avrebbero scoperto che esso sembrava determinare scelte consapevoli da parte dei volontari prima che questi le effettuassero realmente o che venissero a conoscenza di aver fatto una scelta.

Tale rumore di fondo già si conosceva ed era stato nel analizzato in precedenza, tuttavia non era mai stato preso in considerazione per quanto riguarda l’attività del cervello nel corso della scelta prima di una determinata azione o comportamento. In una visione concettualmente più spinta, secondo Jesse Bengson, uno degli autori della ricerca, questa sorta di rumore di fondo, che influenzerebbe con una sorta di effetto random le nostre scelte, potrebbe anche essere il vettore su cui cavalca la nostra coscienza, nello stesso modo il cui il rumore radio statico viene utilizzato per trasmettere i programmi di una stazione radio.

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