Una ricerca, che verrà pubblicata il 16 novembre di quest’anno in Proceedings of the National Academy of Sciences, dimostrerebbe come l’utilizzo di un raggio laser possa essere indirizzato anche a raffreddare liquidi. Da quando i primi raggi laser sono stati utilizzati in laboratorio, fin dai primi anni 60, essi hanno sempre generato solo calore e si sono rivelati sempre uno strumento utile solo per scaldare o, addirittura, carbonizzare.
Il gruppo di ricerca dell’Università di Washington avrebbe, per la prima volta, dimostrato che i laser potrebbero anche raffreddare un liquido di circa 36 °F. Lo studio rappresenterebbe un importante passo avanti nel campo della ricerca dei laser e della refrigerazione generale anche a livello microscopico.

“In generale, quando si va al cinema a vedere Star Wars, i laser tendono a riscaldare le cose. Questo è il primo esempio di un raggio laser che può raffreddare un liquido come l’acqua in condizioni comuni”, dichiara l’autore principale della ricerca, Peter Pauzauskie, professore di scienza dei materiali e ingegneria.
A livello industriale, la ricerca potrebbe portare ad una più facile refrigerazione di aree molto piccole con un punto di luce concentrato. Ad esempio, tale tecnologia potrebbero essere utilizzata per raffreddare elementi come i microprocessori e potrebbe risolvere una delle più annose problematiche riguardanti i componenti di computer e dell’informatica in generale, ossia il surriscaldamento.
Inoltre, una raggio laser potrebbe essere utilizzato anche per raffreddare una singola cellula rallentando processi negativi o un singolo neurone in una rete sinaptica per vedere come i vicini lo bypassano letteralmente eseguendo un ricablaggio di loro stessi.

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