Large Hadron Collider, inizia nuova era con collisioni a 13.000 miliardi di elettronvolt
Categoria: Scienze e tecnologia
Il Large Hadron Collider (LHC), l’acceleratore di particelle più grande e più famoso del mondo situato in Svizzera, ha ricominciato a funzionare realizzando collisioni tra particelle alla velocità di 13.000 miliardi di elettronvolt (TeV), ossia quasi il doppio degli 8 TeV raggiunti durante il primo periodo di utilizzo, quello dal 2010 al 2013.
Secondo gli operatori e buona parte di fisici, si aprirebbe una nuova era nella storia della fisica e lo studio di queste nuove tipologie di collisioni potranno rivelarsi ancora più cose su come funziona il nostro Universo.
Secondo l’organizzazione, tutto sarebbe andato secondo i piani e l’acceleratore di particelle avrebbe battuto il record per i livelli di energia causati da collisioni tra protoni il 20 maggio raggiungendo la velocità da primato di 13 teraelettronvolt (13.000 miliardi di elettronvolt).
Si spera che i futuri esperimenti dell’acceleratore di particelle sito in Svizzera possano rivelare ulteriori indizi sull’esistenza e sulla strutturazione delle particelle fondamentali e sulle forze che le controllano.
“Abbiamo visto i primi dati che sono iniziati a scorrere. Vediamo cosa ci riveleranno su come funziona il nostro universo“, ha dichiarato il direttore generale del CERN Rolf Heuer. Entro la metà dell’estate si avranno dati sufficienti per poter cominciare ad aprire nuove vie nello studio della fisica delle particelle oltre a quello relativo al modello standard.
Lo stoccaggio digitale dei dati inviati dall’acceleratore
Le collisioni, che si verificheranno fino a un miliardo di volte al secondo, invieranno moltissimi gigabyte di dati ogni secondo nel centro operativo del CERN di Ginevra dove dovranno essere memorizzati, catalogati e poi condivisi con i fisici di tutto il mondo. La maggior parte di dati verrà archiviata su nastri magnetici con un particolare sistema proprietario avanzatissimo. Nonostante possano apparire antiquari, i nastri magnetici risultano ancora insuperati nella memorizzazione di grandi quantità di dati, ricevuti in poco tempo, in una visione di archiviazione a lungo termine.
Attualmente sarebbero disponibili 140 petabyte (140 milioni di gigabyte) di spazio di storage digitale divisi tra il centro dati del Cern di Ginevra e il centro dati Wigner di Budapest.
Un particolare sistema di backup permetterà, grazie ad una serie di algoritmi, di non perdere i dati in caso di rottura di nastri magnetici o hard disk in quanto essi verranno letteralmente spezzettati su più dischi e in due datacenter diversi posti a notevole distanza tra loro.
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