Scienziati della Columbia University, dell’Università Nazionale di Seoul (SNU) e del Korea Research Institute of Standards and Science (KRISS) hanno annunciato la creazione di una luce artificiale visibile utilizzando del grafene come filamento. Lo studio è apparso il 15 giugno su Nature Nanotechnology.
James Hone, professore di ingegneria meccanica presso la Columbia University, afferma che lui e il suo team hanno creato, essenzialmente, la più sottile lampadina del mondo. “Questo nuovo tipo di emettitore di luce a banda larga può essere integrato nei chip e aprirà la strada verso la realizzazione di display atomici sottili, flessibili e trasparenti e a chip per la comunicazione ottica basati sul grafene”, dichiara Hone nella nota pubblica distribuita a seguito della diffusione dello studio.

Lo studio risulterebbe di cruciale importanza per lo sviluppo di circuiti completamente basati sulla fotonica. In passato le difficoltà vertevano soprattutto sui filamenti delle luci ad incandescenza che devono essere estremamente caldi (si parla di migliaia di gradi Celsius) e, a tali scale di grandezza, essi non riescono a resistere alle alte temperature. A questo si aggiunge il fatto che molto spesso, a tali scale di grandezza, ossia la microscala, i filamenti tendono a disperdere molto più velocemente il calore nell’ambiente esterno perdendo il livello di temperatura ottimale.
Tuttavia, utilizzando il grafene, la squadra di scienziati è riuscita a dimostrare che esso può raggiungere in maniera stabile temperature di 2500 °C e la luce visibile emessa è così intensa che può essere percepita anche ad occhio nudo.

I filamenti di grafene, dopo aver raggiunto la temperatura ottimale, hanno anche il vantaggio di non fondere il substrato o gli elettrodi di metallo grazie al fatto che, pur essendo un conduttore di luce, a quelle temperature conduce meno calore rispetto ad altri materiali creando una sorta di punto caldo al centro.

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