La galassia più lontana mai scoperta è distante oltre 13 miliardi di anni luce
Categoria: Scienze e tecnologia
Una squadra internazionale di astronomi, utilizzando i telescopi spaziali della NASA Hubble e Spitzer e il telescopio Keck I dell’osservatorio alle Hawaii, ha infranto uno nuovo record in termini di distanze spaziali per quanto riguarda l’osservazione delle galassie. Il team ha scoperto quella che, almeno per il momento, è la galassia più distante mai scoperta dall’uomo.
EGS-zs8-1, questo il nome dell’ammasso di stelle, si trova ad oltre 13 miliardi di anni luce di distanza e risulta essere la galassia più lontana di cui si sia attualmente misurata la distanza. Nonostante la distanza, gli astronomi sono concordi nell’affermare che si tratta di uno degli oggetti più brillanti e più massicci dell’Universo primordiale.
Il piccolo puntino luminoso che possiamo osservare nella foto qui a destra (clicca per ingrandirla), infatti, proviene da un tempo molto distante da quello attuale, quando l’Universo si era appena formato poco dopo il Big Bang. I fotoni che hanno permesso all’uomo di realizzare quest’immagine, provenienti da tale primordiale ammasso di stelle, hanno viaggiato per 13 miliardi di anni prima di raggiungere i telescopi della NASA in orbita intorno alla Terra. Quello che vediamo, in pratica, è l’Universo quando aveva solo il 5% della sua età attuale, ossia circa 670 milioni di anni.
Proprio per questo gli astronomi credono che EGS-zs8-1 abbia potuto vantare, nella sua infanzia, un tasso di formazione stellare estremamente rapido se comparato alle galassie più vicine che abbiamo osservato negli ultimi anni.
La scoperta di questa galassia lontanissima aggiunge un altro pezzo al puzzle dell’enigma riguardante le prime generazioni di galassie formatesi dopo il Big Bang in quello che è conosciuto come Universo primordiale.
Secondo Pieter van Dokkum, uno degli autori della ricerca e presidente del Dipartimento di Astronomia di Yale, sono pochissimi i telescopi in grado di guardare ad una distanza così grande.
Una scoperta del genere è stata possibile grazie a MOSFIRE, una potente strumentazione sita nel WM Keck Observatory’s alle Hawaii capace di analizzare i dati arrivati da distanze estreme agli obiettivi dei telescopi orbitanti.
Lo studio dell’Universo primordiale e l’osservazione delle primissime galassie sarà uno degli obiettivi principali dell’astronomia nel prossimo futuro; un campo, questo, che subirà un notevole balzo in avanti con il lancio del James Webb Space Telescope, il nuovo telescopio spaziale della NASA, nel 2018. Con questa nuova strumentazione orbitante d’avanguardia sarà facile misurare queste distanze estreme e stabilire con maggiore precisione età e distanze degli ammassi stellari.
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