Secondo Ray Kurzweil, ingegnere di Google e noto futurologo, dagli anni 2030 saremo in grado di connettere letteralmente le nostre menti ad una rete digitale grazie a robot nanoscopici installati direttamente nel nostro cervello. Secondo Kurzweil, che ha parlato alla Exponential Finance Conference di New York, il nostro pensiero sarà composto da un ibrido tra il pensiero biologico e quello non biologico.
Dagli anni 2040, addirittura, le nostre menti potrebbero essere prevalentemente non biologiche e potremo eseguire backup o addirittura trasferirle in reti informatiche qualora volessimo (concetto del mind uploading che da qualche anno non non è più visto come mera fantascienza).

Secondo il futurologo, quindi, i nostri cervelli faranno parte di una rete mondiale in cui saranno presenti anche migliaia o milioni di computer i quali saranno capaci di migliorare la nostra intelligenza e le nostre conoscenze semplicemente trasferendo le informazioni dalla cloud, la nuvola digitale, alle nostre menti alla velocità della luce, come noi trasferiamo un file da Internet al nostro computer.
Stiamo andando a fonderci gradualmente e a migliorare noi stessi, a mio parere questa è la natura dell’essere umano, dobbiamo trascendere i nostri limiti”, dichiara ancora l’inventore e futurologo conosciuto per aver fatto decine di previsioni negli anni e nei decenni passati poi avveratesi in un campo tecnologico e scientifico.
Il pensiero di Kurzweil si basa essenzialmente sulla teoria secondo cui l’intelligenza artificiale dovrebbe essere avallata e favorita affinché prenda in un certo modo possesso del nostro mondo e possa sviluppare tecnologie sempre più potenti per permetterci poi alla fine di fonderci con essa.

Per quanto riguarda gli eventuali pericoli di un’intelligenza artificiale troppo complessa che possa arrivare a trattare l’essere umano in maniera non desiderabile per la nostra stessa sopravvivenza, lo scrittore e scienziato riferisce che la tecnologia è un’arma a doppio taglio: “Il fuoco ci teneva caldo e con esso cucinavamo il nostro cibo ma bruciavamo anche le nostre case. Ogni tecnologia ha avuto le sue promesse e pericoli”.
Tuttavia la possibilità di costruire una rete digitale di cervelli connessi tra loro dovrebbe aumentare esponenzialmente le possibilità di creare quasi da zero e in un tempo relativamente ridottissimo nuove tecnologie che oggi potremmo anche non arrivare a concepire. Un concetto che si avvicina molto a quello della singolarità tecnologica, di cui Kurzweil è uno dei maggiori esponenti.

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