Jonah Falcon, l’uomo con il pene più lungo del mondo, ha ricevuto un’offerta dal noto museo di peni islandese, ossia quella di donare, dopo la sua morte, il suo pene all’istituto affinché possa essere immortalato ad imperitura memoria e possa essere esaminato dalle future generazioni di studiosi dell’anatomia umana o da semplici curiosi.
Il museo dei peni islandese è stato inaugurato a Reykjavik nel 1997 e al momento tiene in mostra oltre 300 membri maschili di 93 diversi animali.

Jonah Falcon, oggi quarantatreenne, ha sempre rifiutato offerte dal mondo del porno e si è limitato a sfruttare la sua particolare condizione fisica facendosi pubblicità con il suo blog o partecipando a qualche talk show o serie televisiva con vari piccoli cameo. E sembra che ci sia riuscito abbastanza bene dato che è diventato, con il passare degli anni, una vera e propria celebrità, non solo di Internet, tanto da essersi meritato anche una pagina personale su Wikipedia.
L’uomo ha risposto alla proposta inviando un messaggio pubblico all’Huffington Post in cui ha dichiarato di sentirsi onorato del fatto che un giorno il suo pene possa essere esposto insieme ai membri di tanti altri animali: “Apprezzo la devozione alla scienza del vostro museo, e sarebbe un onore avere il mio membro in mostra… spero possa essere esposto tra le appendici sessuali di un capodoglio e di un orso polare… spero che queste creature non diventino gelose”.

Il pene di Jonah Falcon non sarebbe tuttavia il primo membro virile umano in mostra nel museo. Nella struttura esiste già il pene sottovuoto di Pall Arason, un islandese morto a 95 anni nel 2011.
Hjortur Gisli Sigurdsson, il figlio del fondatore del museo uno degli attuali curatori, ha pubblicamente ringraziato Falcon per aver aderito all’iniziativa e gli ha espresso la gratitudine sua e di tutto lo staff.

Secondo le stime, diffuse dallo stesso detentore, il pene del signor Falcon misurerebbe circa 34 cm in erezione e 24 cm allo stato flaccido.

Ecco il messaggio che Falcon ha mandato al mueseo fallologico tramite l’Huffington Post

 

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