L’ipotesi del planetario come soluzione al paradosso di Fermi fu proposta dallo scrittore di fantascienza Stephen Baxter nel 2001. L’ipotesi, ovviamente speculativa, dello scrittore prevede che noi esseri umani viviamo in quella che dovrebbe essere una sorta di simulazione o realtà virtuale concepita e messa in funzione da civiltà aliene super intelligenti.
Lo stravagante sistema, simile ad un gigantesco planetario, sarebbe reso possibile, secondo lo scrittore, grazie alla tecnologia di una civiltà di tipo III nella scala di Kardašëv ossia una civiltà in grado di recepire ed utilizzare tutta l’energia sviluppatasi nella propria galassia.

Una civiltà del genere sarebbe in grado di ricreare artificialmente scenari mastodontici in cui gli esseri sarebbero persuasi di vivere, come nel nostro caso, in un Universo in espansione popolato da miliardi di miliardi di stelle raggruppatesi in galassie. Una simulazione perfetta con un raggio di circa 100 unità astronomiche (Voyager 1 ha comunque già superato tale distanza arrivando ad oltre 120 unità astronomiche di distanza dalla Terra).
In risposta particolarmente al paradosso di Fermi, le civiltà aliene avrebbero fatto in modo non solo di risultare totalmente impercettibili a noi esseri umani ma anche di far credere alla popolazione terrestre di essere la sola civiltà e forma di vita dell’intero Universo osservabile. Una simulazione ben congegnata nella quale noi rappresenteremmo solo bit di informazioni digitali.

A causa della forte caratteristica speculativa della teoria, l’ipotesi è stata tacciata di inutilità in ambito scientifico in quanto impossibile da dimostrare anche solo cercando tracce che possano avallarla.
Tuttavia, diversi tipi fisici sembrano averla presa sul serio; tra di essi vi sono Silas Beane, Zohreh Davoudi e Martin Savage che hanno proposto una teoria secondo la quale l’Universo che osserviamo possa essere una simulazione numerica realizzata in un reticolo spazio-temporale cubico in base a concetti quali la cromodinamica quantistica (QCD) e Lattice QCD (QCD su reticolo), una teoria fisica che descrive l’interazione forte.
Il trattato pubblicato dai tre fisici termina come segue:

In questo lavoro, abbiamo preso sul serio la possibilità che il nostro universo possa essere una simulazione numerica. In particolare, abbiamo esplorato una serie di osservabili che possono rivelare la struttura sottostante di una simulazione effettuata con una griglia spazio-temporale rigida ipercubica. […] Tuttavia, supponendo che l’universo sia finito e che le risorse di potenziali simulatori siano finite, un volume contenente una simulazione sarà quindi finito e una distanza reticolare deve essere diversa da zero, e quindi in linea di principio resta sempre la possibilità per il simulato di scoprire i simulatori.

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