Uno dei difetti principali degli odierni satelliti artificiali è che per portarli in orbita necessitano di notevoli quantità di propellente. Il propellente necessario per essere mantenuto in orbita viene quindi dimezzato una volta che il satellite è partito dalla Terra ed è arrivato a destinazione.
La possibilità di essere rifornito di carburante mentre è in orbita rappresenta quindi una delle migliori opzioni per prolungare la vita di un satellite artificiale, con un risparmio di costi notevolissimo. Il progetto Satellite Servicing Capabilities Office (SSCO) sta studiando il modo di creare strumentazioni robotiche che, una volta partite dalla terra, avrebbe il solo compito di fornire propellente a più satelliti artificiali già in orbita intorno al pianeta.
Tentativi in tal senso sono stati attuati anche presso la Stazione Spaziale Internazionale con la missione di rifornimento robotico Robotic Refueling Mission con la quale si è effettuato il primo test di rifornimento automatizzato e controllato da remoto nel gennaio del 2013. Il propellente utilizzato è stato il metanolo, una sostanza molto meno esplosiva dell’idrazina.
La maggior parte degli oltre quattrocento satelliti in orbita geostazionaria si basano tuttavia su propellente di tipo criogenico che richiede, nel corso di un eventuale rifornimento, temperature molto più basse perché a rischio evaporazione che creerebbe bolle nel serbatoio. Questo è uno dei principali problemi che gli ingegneri stanno attualmente tentando di risolvere.
Nel febbraio del 2014 è stato portato avanti con successo presso il Kennedy Space Center della NASA il test di rifornimento robotico Remote Robotic Oxidizer Transfer (RROxiTT) che ha simulato le altissime pressioni alle quali le strumentazioni e lo stesso carburante sarebbero posti se il rifornimento avvenisse in orbita intorno alla terra. Le prospettive di un rifornimento in orbita guidato da terra sono dunque rosee.
Tali tecnologie di rifornimento prolungherebbero sostanzialmente la vita del satellite abbassando i costi e permettendo una più vasta presenza di strumentazioni a bordo. Inoltre, la fornitura di propellente non è l’unica attività che un progetto del genere potrebbe portare avanti.
Una volta sperimentata con successo l’attuazione, i satelliti potrebbero disporre di una manutenzione, seppur minima, meccanizzata e guidata da terra. I benefici e le prospettive sono potenzialmente enormi. Una prospettiva in un futuro ancora più lontano potrebbe finanche prevedere l’assemblaggio in orbita per satelliti di grandi dimensioni o l’aggiornamento dei pezzi ormai obsoleti. Tutto ciò contribuirebbe ancor di più ad abbassare i prezzi migliorare ed allungare la vita dei satellite artificiali.
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