Una nuova ricerca dell’Università autonoma di Barcellona rivela che i fiumi di acqua salata su Marte, di cui negli ultimi giorni la NASA ha annunciato l’esistenza praticamente certa grazie al ritrovamento di sali di cloruro superficiali, potrebbero essere provocati da sedimenti ghiacciati che si trovano nel sottosuolo del pianeta rosso e che sarebbero vecchi almeno 450 milioni di anni.
La ricerca, condotta da JP Alexis Rodríguez del Planetary Science Institute (PSI–USA) insieme a Rogelio Linares e Mario Zarroca Del Dipartimento di biologia dell’ Universitat Autònoma de Barcelona (UAB), mostrerebbe la concreta possibilità riguardante il fatto che questi sedimenti avrebbero riempito veri e propri enormi canyon formando quello che può essere definito come un oceano nelle pianure nordiche del pianeta.

Il rilascio periodico di quest’acqua intrappolata in questi canyon causerebbe i cosiddetti “megaflood”, ossia flussi di acqua superficiale la cui esistenza sarebbe stata quasi dimostrata dalla NASA. Dopo che la superficie del pianeta è rimasta congelata per circa 450 milioni di anni, il calore della lava sotto i canyon ha scongelato il ghiaccio intrappolato in essi circa tre miliardi di anni fa. Ciò ha cominciato a provocare le fuoriuscite di acqua sulla superficie.
“La nostra ricerca suggerisce che, dato che il processo è regionale piuttosto che globale, ci potrebbero essere ancora grandi serbatoi di acqua sotterranea intrappolati sotto la superficie di Marte, nelle zone intorno al vecchio oceano settentrionale o in altri parti del pianeta dove mari e laghi si sono formati allo stesso tempo. Tracce di antichi ambienti in grado di sostenere forme di vita simili a quelle della Terra potrebbero essersi conservati in ambienti sotto la superficie che ora risultano essere esposti”, dichiarano Linares e Zarroca.

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