Secondo molti scienziati, gli insetti potrebbero essere il nuovo cibo di massa del futuro. Gli apporti nutrizionali di questi animali sono già noti ma ad oggi l’entomofagia risulta essere ancora una pratica di nicchia a causa di ostacoli di tipo culturale che non ne facilitano la diffusione a livello globale.
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Ritrosie dovute a background storici o culturali
Agli inizi del XVIII secolo, si diceva delle patate, il nuovo vegetale introdotto dal Nuovo Mondo, che fossero innaturali e pericolose, adatte solo per maiali e che causassero malattie. Solo quando il re di Francia iniziò ad imporne la produzione e la diffusione sulle tavole del popolo per contrastare la sempre più crescente fame causata dalla sovrappopolazione, le patate divennero un fenomeno di massa e sono considerate oggi uno dei cibi più convenienti per quanto riguarda il rapporto tra il costo di produzione e il livello nutritivo.
Sempre nel 18º secolo, esistevano in America ancora posti in cui le aragoste venivano considerate cibo idoneo solo per prigionieri.
Gli esempi che dimostrano che la diffusione di un determinato alimento di origine animale sia dettata più dal background culturale che da solidi basi conoscitive o scientifiche, potrebbero essere numerosi.
Evidenti vantaggi con l’allevamento di insetti
Attualmente, gli insetti nei nostri piatti provocano reazioni sociali simili a quelle descritte in precedenza ma sono in molti a scommettere che nei prossimi decenni o nel prossimo secolo mangiare quotidianamente insetti diventerà una cosa naturale.
Anche soprassedendo sui valori nutrizionali, bisogna considerare che allevare insetti risulterebbe molto più ecologico e conveniente degli allevamenti di bestiame.
Alcune aziende stanno già fungendo da pionieri, per il mondo occidentale, tentando di immettere sul mercato alimenti a base di insetti provenienti da colture intensive. Bisogna calcolare che ci vogliono circa 10 kg di mangime per ottenere un chilo di carne bovina mentre sono necessari solo 1,7 kg di mangime per produrre un 1,7 kg, per esempio. I vantaggi risultano, dunque, subito enormi.
Tentativi di commercializzazione
I tentativi di commercializzare insetti come fonte di cibo sono stati comunque vari. Negli ultimi tempi un’azienda americana ha tentato di produrre e mettere in commercio una farina di grilli macinati con la quale si possono produrre biscotti, crostate o altro proprio come si fa con la farina normale.
Attualmente esistono diverse zone del mondo in cui il consumo culinario di insetti è diventata cosa normale finanche quotidiana. Le varietà di insetti commestibili commercializzate sono varie e comprendono vermi, vermi, grilli, formiche, termiti, larve di farfalla, e molte altre varie specie di lepidotteri, molti dei quali vivono solo in determinate zone e fanno quindi parte solo di specialità locali.
L’entomofagia non intenzionale
Un ulteriore considerazione finale può essere fatta riguardo a quelle pratiche di entomofagia non intenzionale. A causa dell’impossibilità di eliminare tutti i piccoli insetti presenti nella catena alimentare utilizzata dagli esseri umani, questi ultimi spesso sono presenti in molti cibi lavorati e i consumatori sono spesso non consapevoli della loro presenza quando ingeriscono il prodotto.
A dimostrazione di ciò, la maggior parte delle legislazioni alimentari nel mondo non vieta La presenza di insetti nella produzione di diversi alimenti; anzi, in alcuni casi gli stessi insetti, come per esempio i parassiti, vengono considerati un complemento alla stessa qualità del cibo prodotto e confezionato.
Ovviamente esistono delle tabelle, da rispettare da parte dei produttori, che indicano le quantità massime di insetti che possono essere presenti nel cibo da confezionare o da commercializzare.
Approfondimenti
- Entomophagy – Wikipedia, the free encyclopedia (in inglese)
- IAF What is Entomophagy? (in inglese)
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