Il sistema a strati di Ganimede, luna di Giove.
Crediti immagine: NASA/JPL-Caltech.

Ganimede è il satellite naturale più grande del nostro sistema solare ed orbita intorno al gigante gassoso Giove. Le osservazioni nel corso degli anni hanno hanno mostrato che la luna possiede un oceano sotterraneo incluso tra due strati di ghiaccio, uno superiore ed uno inferiore. Tuttavia, una nuova ricerca apparsa sulla rivista Planetary and Space Science rivela che gli strati sotterranei di Ganimede sarebbero molteplici e disposti su più livelli, secondo una struttura molto più complessa.

Secondo gli astronomi autori della ricerca, lo strato più inferiore della crosta di Ganimede sarebbe composto da acqua e non da ghiaccio, come si pensava in precedenza. Questo è importante in quanto un ambiente in cui la roccia entra a contatto con l’acqua è, secondo gli scienziati, quello ideale per ospitare forme di vita.
Questo strato di acqua salata a contatto con il nucleo roccioso del satellite naturale risulterebbe quindi ideale per la nascita e la proliferazione di forme di vita elementari.

Un oceano sotterraneo nei sottofondi di Ganimede non è un concetto nuovo. Già dai primi anni 70 si era teorizzato che il satellite naturale potesse possedere una massa d’acqua sotto la sua superficie. La presenza di un oceano è stata confermata nel 1990 dalla sonda Galileo della NASA la quale ha mostrato che la massa d’acqua si estende in profondità per centinaia di chilometri. Questo oceano conterrebbe inoltre solfato di magnesio, che la renderebbe acqua salata molto simile ai nostri mari.

Dato che gli ioni di sale attraggono molecole d’acqua e il liquido tende a diventare più denso, il fatto che l’oceano sotterraneo di Ganimede risulti salato è un ulteriore punto a favore per una eventuale presenza di esseri viventi. Questo permetterebbe anche la presenza di ghiaccio molto più denso che tende a trasferirsi sui fondali a causa del suo peso.
Tramite modelli simulati al computer, la squadra di ricerca ha scoperto che il complesso movimento dei sali nell’oceano di Ganimede avrebbe creato una sorta di sandwich, con strati ghiacciati sovrapposti a strati di acqua liquida. Secondo alcuni autori della ricerca, Steve Vance e Christophe Sotin del Jet Propulsion Laboratory, il modello potrebbe essere applicato anche ai pianeti extrasolari in quanto si pensa che la struttura presente sul satellite naturale di Giove possa risultare stabile.

Ulteriori e forse decisivi approfondimenti potranno giungere con la missione della NASA denominata JUpiter ICy moons Explorer o JUICE che porterà le sonde a visitare i satelliti naturali Europa, Callisto e Ganimede dopo il 2030 con la partenza attualmente prevista entro il 2022.

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