Sta facendo scalpore in Francia la notizia secondo cui una scolara musulmana sarebbe stata mandata a casa perché la sua gonna rappresentava troppo esplicitamente la sua religione e andava quindi, tra l’altro, contro una vecchia legge francese alla base della laicità di Stato. In pratica la ragazza, che indossava una lunga gonna nera, è stata cacciata da scuola perché avrebbe mostrato troppo poco le gambe.
È questo quello a cui si riferiscono tanti internauti che si stanno scagliando contro l’istituzione scolastica, colpevole del gesto, tramite vari hashtag, post su Facebook e su Internet.
Nel corso di questo mese, infatti, alla ragazza sarebbe stato vietato di andare a lezione dal dirigente scolastico che ha reputato che quella gonna nera così lunga, un vestiario popolare tra le donne musulmane che la utilizzano per coprire tutto il corpo, mostrasse troppo vistosamente la sua appartenenza religiosa il che andrebbe contro le leggi laiche statali.

Secondo i vertici scolastici, la ragazza non sarebbe stata affatto esclusa dalle elezioni ma sarebbe solo stata invitata a tornare in classe con un vestito più neutrale che non mostrasse troppo chiaramente quale religione professasse. A questo punto il padre della ragazza, per protesta, ha vietato alla figlia di ritornare a scuola.
Quindi, tra richieste assurde da parte della scuola e la protesta del papà, la ragazza non può continuare a frequentare la scuola e non può dunque esercitare quello che è un diritto fondamentale, ossia l’istruzione. Il padre ha riferito che la figlia, in ossequio alle leggi locali, toglieva sempre il velo quando entrava in classe.

L’utilizzo del velo in locali pubblici è infatti vietato dalle leggi francesi. Secondo una modifica alla legge, sono stati vietati in tutti gli istituti scolastici qualunque oggetto o vestiario che mostri troppo vistosamente la propria appartenenza religiosa e sarebbero ammessi solo discreti segni religiosi da portare con sé. A questo proposito, anche croci cristiane troppo grandi sarebbero vietate nelle scuole.
La storia è diventata virale su Internet e in particolare su Twitter dove si è diffusa con hashtag #JePorteMaJupeCommeJeVeux (“porto la gonna come mi pare”).

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