Gli scienziati sono sempre più vicini a realizzare quello che si può considerare come il primo scatto fotografico in assoluto di un buco nero. Naturalmente parliamo di una regione spazio-temporale che, non emettendo luce, non si può neanche vedere, a nessuna frequenza. Tutto ciò che si può fare, dunque, è fotografare quello che c’è intorno a questa regione e che sta per essere risucchiato oltre quello che viene denominato come l’orizzonte degli eventi.
Gli astronomi, infatti, vogliono registrare un’immagine del buco nero super massiccio che si trova al centro della nostra galassia (la sua presenza viene oramai data per certa) in modo da poter dare uno sguardo molto più dettagliato a ciò che ruota intorno ad esso e, in generale, a determinare come i buchi neri supermassicci funzionano.
La realizzazione di un’immagine nativa di un buco nero può essere realizzata grazie ad un sistema, denominato Event Horizon Telescope (EHT), che unisce vari osservatori sparsi in tutto il mondo. L’unione di questi specchi formerà quello che può essere considerato come un unico telescopio che va dall’Europa al Cile per finire alle Hawaii fino al Polo sud. Per quanto riguarda l’Europa, l’unico impianto a partecipare sarà il telescopio IRAM con specchio da 30 metri, cofinanziato dalla Max Planck Society.
Fino ad ora, gli scienziati sono riusciti a dimostrare indirettamente l’esistenza dei buchi neri, vere e proprie trappole gravitazionali, misurando le onde gravitazionali che si diffondono dalla collisione del materiale che va a cadere nei buchi neri stessi oppure rilevando la forza gravitazionale che questi ultimi esercitano sul vicinato cosmico.
Proprio per questo si pensa che il vorticoso girare di moltissime stelle al centro della Via Lattea sia dovuto alla presenza di un buco nero supermassiccio.
Second gli astronomi è possibile anche osservare direttamente un buco nero grazie al materiale che gira vorticosamente intorno ai buchi neri prima di essere risucchiato del tutto. Nel momento stesso in cui la materia passa il cosiddetto orizzonte degli eventi, essa, secondo le teorie, emette radiazioni molto intense, una sorta di “grido mortale” che può essere registrato, come onde radio nella banda millimetrica, prima che la materia stessa “scompaia” del tutto.
Il buco nero al centro della Via Lattea dista circa 26.000 a.l. dalla terra e la sua massa eguale più o meno 4,5 milioni di masse solari. Naturalmente la lontananza di questo oggetto, unita al fatto che sostanzialmente non si può osservare direttamente, determina tutte le difficoltà legate alla riuscita dell’operazione.
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