Un feto calcificato conservato al National Museum of Health & Medicine.
By Otis Historical Archives [CC BY 2.0], via Wikimedia Commons.

San Antonio, Cile. Il direttore di un ospedale cileno, Margo Vargas Lazo, ha reso pubblico un caso clinico riguardante una donna di 93 anni nel cui ventre è stato ritrovato un feto calcificato vecchio di oltre cinquant’anni. Si tratta di un caso di lithopedion, un fenomeno raro in cui avviene il concepimento e la formazione del feto ma quest’ultima poi si blocca, a seguito della morte del nascituro, portando poi, col tempo, alla calcificazione delle strutture ossee e del corpo dello stesso feto all’interno dell’utero della donna.
Se non rimosso, il feto classificato può rimanere all’interno del ventre per anni e anni in quanto non viene riconosciuto come corpo estraneo e, spesso, non comporta problemi gravissimi se non dolori addominali più o meno cronici.

La direttrice dell’ospedale ha riferito alla BBC che il feto si era calcificato quando era già molto grande e sviluppato ed ha occupato tutta la cavità addominale della paziente.
A causa dell’età, i medici hanno deciso di non operarla chirurgicamente e di rimandarla a casa. Il feto continuerà dunque a stare nel ventre della signora vita natural durante come è stato per gli ultimi cinquant’anni.
Come nella stragrande maggioranza di questi casi clinici, la donna non era al corrente della presenza del feto morto e calcificato all’interno del suo ventre.

Ci sarebbero stati, al mondo, almeno tra i 300 e i 400 casi, nella letteratura medica, di lithopedion. Diversi di questi sono stati documentati attraverso fotografie reperibili anche in Rete.
Nel 2014, per esempio, era stato trovato uno feto classificato all’interno della pancia di una donna ottantaquattrenne brasiliana che si era recata all’ospedale denunciando dolori allo stomaco e indigestione.

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