Secondo il professor Anders Hammer Strømman dell’Università Norvegese di Scienza e Tecnologia, gli attuali livelli di gas serra nell’atmosfera si faranno sentire per almeno altri 1.000 anni. Fra 10 secoli infatti, secondo Strømman, nella nostra atmosfera sarà presente ancora una quantità di gas serra prodotta in questo periodo stimabile tra il 15% e il 40% del totale odierno.
Autore della ricerca allarmante presentata all’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), Strømman afferma che bisogna assolutamente trovare una soluzione al problema altrimenti le conseguenze delle nostre azioni odierne saranno sentite da 30 generazioni dopo la nostra, qualsiasi azione queste generazioni possano un giorno intraprendere.

Secondo la ricerca, si è arrivati ad un punto tale che le azioni di tipo governativo, dettate dai politici o dai governanti, potrebbero non essere più sufficienti a mitigare le future conseguenze del nostro livello di inquinamento atmosferico. Le uniche soluzioni possibili potrebbero essere solo quelle portate avanti dall’intera popolazione mondiale che, con le sue azioni quotidiane, può intraprendere un percorso globale salvifico. Ciò sarebbe possibile solo con un netto cambiamento del nostro stile di vita e, in molte aree del mondo, anche del suo tenore.

Una delle cause principali che ha portato all’attuale livello di inquinamento atmosferico è stato l’utilizzo per fini energetici dei combustibili fossili e ciò è avvenuto in maniera continuativa per molti decenni. Secondo Strømman, non si è mai riusciti ad invertire la tendenza e ciò ha comportato un aumento di circa il 2% all’anno delle emissioni di gas nell’atmosfera. Per invertire tale tendenza, sarebbe necessario diminuire tali emissioni di una quantità variabile dal 3% al 6% all’anno. Gli effetti, comunque, comincerebbero ad essere avvertiti in maniera sostanziale solo intorno all’anno 2100. Invertire tale tendenza, inoltre, contrasterebbe l’aumento del riscaldamento globale che, se le cose non cambiassero, risulterebbe di circa due gradi Celsius, con conseguenze a medio e a lungo termine catastrofiche.
Tra le altre conseguenze positive vi sarebbero una minore acidificazione degli oceani, una maggiore biodiversità, un più facile accesso all’acqua dolce e condizioni metereologiche più miti.

Investire nelle energie rinnovabili potrebbe essere la soluzione a patto che si riduca sostanzialmente il consumo di combustibili fossili che potrebbe non essere per forza di cose una necessaria conseguenza di una eventuale attuazione della prima soluzione. Inoltre ciò potrebbe anche non bastare: potremmo arrivare al punto in cui potrebbe essere necessario eliminare la CO2 dall’aria ma, al momento, non vi sono ancora soluzioni tecnologiche adeguate. Tuttavia, quest’ultima soluzione potrebbe non risultare così costosa o insuperabile se si cominciasse a diminuire il livello di emissioni di gas nell’aria a partire da ora.

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