Una squadra di ricercatori del Johnson Space Center della NASA ha testato con successo l’EM Drive, una speciale unità a propulsione elettromagnetica che potrebbe rappresentare un giorno un passo avanti enorme per la propulsione nel vuoto e in generale per l’esplorazione spaziale. Con un motore a propulsione del genere si potrebbe raggiungere la Luna in poche ore.
Il concetto di un motore a propulsione elettromagnetica ha avuto origine intorno al 2001 con i primi concetti di prototipo della Satellite Propulsion Research Ltd (SPR), portati avanti da Roger J. Shawyer. Il concetto si basava sul fatto che le cavità a microonde elettromagnetiche avrebbero potuto trasformare direttamente l’energia elettrica in semplice spinta senza però alcuna necessità di espellere propellenti o rifiuti di scarto.

Proprio la mancanza di espulsione di materiali di scarto del propellente è alla base dello scetticismo di molti dietro tale tecnologia. La mancanza di espulsione di materiale farebbe infatti diventare nullo il bilanciamento tra le variazioni di velocità dell’eventuale veicolo con EM Drive incorporato.
Tuttavia i risultati conseguiti dallo scienziato Harold “Sonny” White presso il Johnson Space Center farebbero ben sperare. Quest’ultimo ha proposto il concetto secondo cui la spinta dell’EM avverrebbe grazie allo stato di vuoto quantistico, ossia lo stato quantico con l’energia più bassa possibile.

Questo stato quantistico si comporterebbe come fanno gli ioni di propellente in un’unità magnetoidrodinamica. Secondo lo scienziato, gli ioni propellenti verrebbero sostituiti come fonte di combustibile dalle particelle virtuali del vuoto quantistico, il che eliminerebbe del tutto la necessità di espellere eventuale propellenti.

Video su EM Drive

Approfondimenti