Un nuovo studio, pubblicato su Astrophysical Journal, ha preso in esame la possibilità riguardante l’ipotetica esistenza di due pianeti extrasolari, orbitanti intorno alla stessa stella, entrambi abitabili ed abitati.
La ricerca si è ispirata alla recente scoperta, da parte del telescopio Keplero della NASA, di due esopianeti, Kepler 36b e Kepler 36c, orbitanti entrambi intorno alla stella Kepler 36. Le distanze orbitali che separano questi due pianeti differiscono di solo il 10% e ciò rende questi due pianeti molto vicini. Il pianeta interno compie sette orbite nel tempo con il quale il pianeta esterno ne completa sei. A seguito di ciò, una volta ogni sei o sette anni (a seconda di quale dei due pianeti si stia considerando per il concetto di “anno”) i due pianeti passano molto vicini l’uno all’altro.

Gli scienziati hanno innanzitutto calcolato il fatto che questo passaggio di un pianeta vicino all’altro potrebbe influenzare l’inclinazione dell’asse di entrambi i pianeti e avere qualche conseguenza, se non sulle forme di vita microbica, almeno su quelle complesse. Ciò potrebbe in qualche modo rendere più difficile l’evoluzione di forme di vita intelligenti.
Nel caso sopra descritto, quello riguardante i pianeti orbitanti intorno alla stella Kepler 36, la vita su ognuno dei due risulta a livello probabilistico molto difficile per una serie di fattori ma ipotizzando che entrambi siano abitabili e che la vita si sia potuta evolvere su uno dei due pianeti, secondo gli scienziati le possibilità che la vita, attraverso il fenomeno della panspermia, si sia potuta letteralmente “trasferire” da un pianeta all’altro, magari proprio durante uno di quei passaggi ravvicinati sopra descritto, è molto probabile.

Il fenomeno della panspermia, con pianeti che condividono una risonanza orbitale così stretta e dunque così vicini, risulterebbe molto probabile anche se non sarebbe del tutto automatica una evoluzione da esseri unicellulari, che sarebbero gli unici a potersi trasferire senza conseguenze da un pianeta all’altro tramite, ad esempio, impatti di materiali rocciosi, ad esseri pluricellulari e addirittura intelligenti.
Inoltre, la possibilità che la vita si sia evoluta, ovviamente in maniera indipendente anche se originata da un identico ceppo di esseri unicellulari, su entrambi i pianeti e che abbia potuto raggiungere lo stesso grado di evoluzione intellettiva e quindi tecnologica nello stesso periodo, diciamo pure ad una distanza massima di un milione di anni, resta molto improbabile.
Però prendendo per possibile questa incredibile coincidenza, diverrebbe probabilmente una cosa inevitabile, una volta acquisite le competenze tecnologiche di una delle due civiltà, l’invasione, più o meno benefica, da parte di una civiltà ai danni di quella meno evoluta.

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