Atlanta, Stati Uniti. Un’azienda statunitense, la Atlas Logistics Group, è stata citata in giudizio da due dipendenti dopo che che aveva deciso di ricorrere ai test del DNA per verificare chi fossero coloro che espellevano le proprie feci sul pavimento di un magazzino.
Un atto, quest’ultimo, probabilmente vandalico per il quale gli stessi vertici aziendali non avevano ancora trovato un colpevole. Il giudice si è pronunciato a favore di due dipendenti citando il Genetica Information Nondiscrimination Act (“GINA”), una legge statunitense che vieta alle società di chiedere informazioni riguardanti il DNA perché utilizzabili per potenziali atti discriminatori nei rapporti di lavoro.

I due dipendenti si sono dichiarati presi in giro dal parte dei colleghi dopo che s’era sparsa la voce su alcune prove messe in piedi dalla stessa azienda riguardo ad eventuali casi in cui i due avrebbero defecato fuori dalla tazza del gabinetto, ossia sul pavimento della magazzino incriminato.
Le voci umilianti su di loro avrebbero costretto i due a citare l’azienda per la quale lavorano in giudizio. L’azienda aveva deciso di utilizzare il metodo del test del DNA dopo che per un certo periodo venivano ritrovati mucchi di escrementi sul pavimento di alcune zone del magazzino.

I dipendenti erano stati costretti a presentare tamponi imbevuti di saliva per effettuare la prova del DNA. Secondo il giudice, la società avrebbe violato la privacy riguardante le informazioni genetiche dei due. Un processo con la giuria dovrà determinare i danni morali.

Approfondimenti