La Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) ha realizzato quello che può essere considerato come un vero proprio adesivo palmare utilizzato da umani arrampicatori affinché possano letteralmente attaccarsi a pareti lisce, come per esempio il vetro, proprio come fanno i gechi, piccole lucertole in grado di arrampicarsi su qualsiasi superficie.

Secondo il comunicato stampa della DARPA, la tecnologia è basato su un microstruttura di polimeri sviluppata dal Draper Laboratory di Cambridge, Massachusetts, nell’ambito del progetto Z-Man.
L’intenzione dell’agenzia statunitense era quella di favorire, nel modo più efficiente possibile, l’arrampicata, di personale militare e non, su quelle pareti ostiche che rappresenterebbero un problema anche per i migliori scalatori. Tra i test effettuati, quello di un arrampicatore di 98 chili che si è arrampicato su una superficie di vetro di 8 metri circa con un carico di 50 chili sulle spalle.

“Il geco è uno dei campioni tra gli scalatori nel regno animale, quindi è stato naturale per DARPA guardare ad esso come ispirazione per superare alcune delle sfide che le forze USA devono affrontare in ambienti urbani”, ha affermato Matt Goodman, program manager di DARPA per il progetto Z-Man. La sfida principale è stata quella di comprendere la biologia e la fisica necessarie ai gechi per arrampicarsi e poi decodificare queste dinamiche attraverso un sistema artificiale che possa essere utilizzato dall’uomo.

I gechi rappresentano senza dubbio scalatori provetti. Questi animali possono applicare pressioni adesive di 15-30 libbre per pollice quadrato per ogni arto e questo significa che un geco può appendere ad una superficie il suo intero corpo tramite un solo dito. Tale abilità è favorita in gran parte dalle sue zampe che dispongono di una struttura gerarchica microscopica composta da sottilissime setole, del raggio di circa due micron, dalle quali spuntano centinaia di punte terminali simili a spatole le quali, diramandosi, si mettono a contatto con la superficie fungendo da vere e proprie ventose.
Un geco è capace di arrampicarsi anche su superfici lisce come il vetro grazie ad interazioni fisiche conosciute come forze intermolecolari di van der Waals che avvengono tra le suddette spatole e la superficie.

Nel tentativo di applicare tale meraviglia naturale ad una tecnologia fattibile, si è dovuto prendere in considerazione il peso di un corpo umano che è molto maggiore di quello di un geco, anche rapportando le dimensioni.
Attualmente l’adesivo sviluppato dalla DARPA, denominato Geckskin (“pelle di geco”), necessita ancora di ulteriori finalizzazioni e l’obiettivo finale è quello di giungere a microstrutture di dimensioni nanoscopiche simili a quelle che si trovano sulle punta delle dita dei gechi. In seguito tale tecnologia potrebbe avere un potenziale beneficio anche in campo biomedico, in campo industriale, e per applicazioni varie di tipo commerciale.

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