Pianta di Panicum virgatum.

Creare carburante dalla biomassa in maniera economica e sostenibile è sempre stato uno dei sogni delle industrie energetiche nazionali. Purtroppo il processo di conversione risulta ancora oggi poco conveniente. Una scienziata dell’Università della Giorgia ha annunciato di aver convertito in maniera diretta del Panicum virgatum (panico verga) in biocarburante.
Lo studio è stato pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences.

Il collo di bottiglia nel campo della produzione di biocarburanti, in particolare da biomasse di tipo lignocellulosico, è sempre stato il pretrattamento della biomassa, ossia il processo di abbattimento delle pareti cellulari delle piante prima della fermentazione in etanolo.
La professoressa Janet Westpheling, docente del Franklin College of Arts and Sciences, insieme al suo team di ricercatori, ha dichiarato di essere riuscita ad ingegnerizzare geneticamente il batterio Caldicellulosiruptor bescii per decostruire biomassa vegetale non trattata precedentemente.
Un processo del genere potrebbe rendere la fase iniziale molto più veloce e molto meno costosa.

Nel corso di due anni e mezzo di tentativi, il team di ricerca È riuscito a progettare un percorso di sintesi nell’organismo tramite l’immissione di geni provenienti da altri batteri anaerobici che producono etanolo.
“Ora, senza alcun pretrattamento, possiamo semplicemente prendere il panico verga, macinarlo, aggiungere quantità minime di sali a basso costo e ottenere etanolo”, ha dichiarato la Westpheling. “Questo è il primo passo verso un processo industriale economicamente fattibile.”

La missione principale della squadra di ricerca è stata dunque comprendere le basi scientifiche ed evolutive riguardanti la riluttanza delle biomasse nei confronti della degradazione microbica a causa delle loro pareti cellulari così evolutesi per milioni di anni.

Paul Gilna, direttore del Science Center BioEnergy, ha dichiarato che prendere un organismo praticamente sconosciuto ed ingegnerizzatelo per produrre un biocarburante, il tutto nel giro di pochissimi anni, risulta essere un risultato scientifico imponente.
Un risultato del genere potrebbe infatti costituire l’inizio di una nuova era nella manipolazione di organismi batterici affinché possano aiutarci a produrre biocarburanti in maniera realmente sostenibile.

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