L’esperimento portato avanti dal professor Lars Muckli ha visto l’utilizzo di 10 volontari i quali sono stati sottoposti all’ascolto di diversi suoni con gli occhi bendati.

Che il sistema uditivo ci aiutasse a ricreare il modello del mondo che ci circonda era già cosa nota, ma ora un gruppo di ricercatori, guidato dal professor Lars Muckli, dell’Istituto di Neuroscienze e Psicologia presso l’Università di Glasgow, avrebbe scoperto che i suoni che riceviamo con le nostre orecchie ricreerebbero nel nostro cervello addirittura immagini visive che aiuterebbero il processo portato avanti dal cervello per costruire il modello dell’ambiente che ci circonda. E ciò rappresenterebbe un vantaggio evolutivo non indifferente.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Current Biology.

Le informazioni ricevute con il sistema auditivo aiuterebbero inoltre, cosa forse ancora più importante, a predire le informazioni in entrata e ciò avrebbe costituito, nel passato evolutivo della razza umana, ancor di più un enorme vantaggio.
L’esempio più calzante che lo scienziato ci pone è quello riguardante il suono di un veicolo che proviene da dietro la nostra testa; il nostro cervello, in questo caso, riesce a ricreare un vero proprio ambiente in 3D in cui è possibile visualizzare il veicolo posto dietro di noi come se lo vedessimo.

Lo studio si è avvalso della sperimentazione portata avanti su dieci volontari i cui cervelli sono stati sottoposti a risonanza magnetica funzionale (fMRI).
In una prima prova, ai volontari è stato chiesto di ascoltare tre diversi suoni: il canto di alcuni uccelli, il rumore del traffico e il chiacchiericcio di un numeroso gruppo di persone. Tramite una speciale algoritmo, i ricercatori sono stati capaci di discernere i vari suoni trasformati in immagini all’interno della corteccia visiva del cervello. Un ulteriore esperimento ha rivelato che anche il solo immaginare un ambiente o un oggetto ricreava la stessa attività ricostruttiva della corteccia visiva.

Secondo Muckli la ricerca potrebbe migliorare la nostra comprensione di base su come siano interconnesse le varie aree del cervello, in particolare quella relativa alla corteccia visiva. Precedentemente a questo esperimento, infatti, non si credeva che la corteccia visiva potesse elaborare immagini all’interno del cervello solo ascoltando dei suoni.

Secondo il ricercatore, in futuro ulteriori ricerche dimostreranno che tale ricostruzione visiva interna al cervello aiuterebbe quest’ultimo a concentrarsi sugli eventi più importanti, il che avrebbe rappresentato, nel corso della storia evolutiva umana, uno dei vantaggi determinanti per la sopravvivenza della nostra specie.
Inoltre la ricerca potrebbe essere utile per una maggiore comprensione di disturbi come la schizofrenia o l’autismo.

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