Simulazione al computer del comportamento dei flussi di gas che riescono a sfuggire all’attrazione di un buco nero grazie ai campi magnetici.
Crediti immagine: Alexander Tchekhovskoy, LBL.

Un nuovo studio condotto da alcuni scienziati del Lawrence Berkeley National Laboratory (Berkeley Lab) e dell’Istituto Max Planck di radioastronomia di Bonn sembra dimostrare quello che prima si riteneva impossibile: i campi magnetici che si formano nei pressi di buchi neri sembrerebbero avere la forza necessaria per controbilanciare in una maniera massiva l’enorme forza di gravità della singolarità. Non si parla solo di piccoli buchi neri, ma anche di quelli che si trovano al centro delle galassie e che coordinano, con la loro immensa forza gravitazionale, il movimento di centinaia di miliardi di stelle.

Secondo Alexander Tchekhovskoy, ricercatore del Berkeley Lab e uno degli attori della ricerca, questo studio rappresenta la prima misura sistematica della forza dei campi magnetici presenti nei pressi dei buchi neri. La ricerca si è basata sui dati provenienti dai modelli computazionali di 76 buchi neri.
Già in precedenza Tchekhovskoy aveva teorizzato la presenza di buchi neri con relativi campi magnetici che potevano controbilanciare in maniera efficiente l’attrazione gravitazionale del buco nero mano non vi era stata, tuttavia, alcuna evidenza osservativa e non era stato ancora realizzato alcun modello valido.

Le prove si peserebbero sui getti di gas che vengono spinti fuori una volta che si avvicinano all’orizzonte degli eventi nei pressi dei buchi nel super massicci. Questi gas si servirebbero dei campi magnetici che producono emissioni radio. Secondo Mohammad Zamaninasab, l’autore principale dello studio, i dati riguardanti le emissioni radio e gli spostamenti nella direzione dei getti sono stati utilizzati per misurare la forza dei campi magnetici.
I risultati sarebbero stati sorprendenti: gli scienziati si sono accorti che i campi magnetici potevano perfettamente controbilanciare la forza di gravità dei buchi neri. Per arrivare a ciò, se calcolato che tali campi debbono avere una forza magnetica circa 10.000 volte maggiore di quella del campo magnetico della Terra.

Risultati del genere potrebbero in qualche modo rivoluzionare il significato stesso che si cela dietro il concetto dei buchi neri. Se in precedenza si credeva che ogni oggetto, una volta avvicinatosi troppo al buco nero, dovesse per forza di cose essere risucchiato all’interno della singolarità, più o meno lentamente, ora si dovranno rivedere alcuni dei modelli teorici riguardanti gli stessi buchi neri dato che alcuni campi magnetici possono modificare la direzione del gas che si avvicina ad un buco nero producendo i deflussi espulsivi che si possono osservare.

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