Parigi, Francia. Una bambina camerunense di sei anni è stata costretta a rimanere al terminal dell’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi per tre giorni a causa di sospetti riguardanti il suo passaporto.
gli agenti addetti al controllo all’aeroporto temevano infatti che il passaporto della bambina fosse falso ed hanno prolungato i controlli necessari per le verifiche. La notizia ha causato indignazione nel paese ed aperto un nuovo dibattito sull’accettazione dei migranti, regolari e non, sul suolo francese anche a seguito dei fatti successi alla frontiera con l’Italia dove i gendarmi francesi hanno bloccato diversi migranti irregolari facendoli rientrare nella Bel Paese.

La bambina era in viaggio come minore non accompagnata e proveniva dal Camerun. La madre si trovava in attesa all’aeroporto per poterla riabbracciare. Secondo l’avvocato della donna, la piccola aveva tutti i documenti necessari per sbarcare. Tuttavia, all’arrivo della piccola al terminal, la polizia faceva un raffronto tra la faccia della bambina e quella presente sulla foto della tessera di riconoscimento e non trovava le necessarie somiglianze.
La bambina è stata dunque tenuta in una speciale stanza, in maniera forzata, prima di apparire davanti al giudice dove ha dovuto identificare la propria madre. E non solo: la bambina ha dovuto identificare anche alcuni compagni di scuola e l’insegnante, ossia persone che aveva frequentato in un istituto scolastico prima di partire per il Camerun.

Il giudice ha poi deciso che era tutto un errore e ha ordinato l’immediato rilascio della bambina. “È inammissibile che i minori siano tenuti in questo modo, soprattutto per un motivo come questo”, riferito Sidonie Leoue, l’avvocato che ha rappresentato la madre della bambina in tribunale.
Un portavoce del ministero degli interni francese ha riferito che si sta ancora indagando per verificare la validità della passaporto e si è in attesa di ulteriori indagini. Le autorità si difendono affermando che il tutto è stato fatto per proteggere gli stessi bambini che arrivano negli aeroporti non accompagnati da fenomeni quali la tratta dei fanciulli e il sequestro di persona.

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