Riuscire ad atterrare su un asteroide, anche solo con una sonda, è una delle imprese spaziali più difficili che gli essere umani si siano mai posti. La difficoltà maggiore sta nel fatto che la forza di gravità di un asteroide, che può essere grande anche poche decine di metri, è infinitamente minore rispetto a quella della Terra o anche a quella della Luna.

In generale, la forza di gravità di un asteroide e gli effetti che essa può avere su una sonda che tenti di atterrarci sopra o su un eventuale umano che abbia intenzione di transitare su di esso, sono ancora campi sconosciuti dell’esplorazione spaziale.
L’invio di una missione spaziale con lander su un asteroide può rivelare un costo di molti miliardi di dollari. Sarebbe quindi molto utile testare prima le difficoltà alle quali si andrebbe probabilmente incontro.
A tal scopo una squadra di scienziati dell’Arizona State University ha messo in piedi un progetto abbastanza originale, ossia quello di costruire un piccolo asteroide in miniatura all’interno di un satellite orbitante intorno alla Terra su cui si possano poi testare varie modalità di approccio. Il progetto è stato denominato Asteroid Origins Satellite, o AOSAT I. I ricercatori principali sono Jekan Thanga, professore presso la School of Earth and Space Exploration della Arizona State University, e Erik Asphaug, scienziato planetario presso la stessa università.

Il lancio del satellite contenente il piccolo asteroide dovrebbe avvenire entro la fine di quest’anno. Il satellite fa parte della tipologia CubeSat, ossia una struttura modulare con una base di dimensioni di 10×10 cm. La struttura principale avrà una dimensione poco più grande di quella di una pagnotta di pane e disporrà di due piccoli laboratori esterni che potranno analizzare la struttura e le reazioni del piccolo frammento asteroidale all’interno del modulo.Il piccolo asteroide si formerà da polvere interstellare e pezzi di materiale provenienti da meteoriti condriti appositamente preparati nella camera modulare.
Si potranno generare vari campi gravitazionali. Ad esempio per generare il campo gravitazionale di un asteroide delle dimensioni di 300 metri basterà far girare AOSAT una volta ogni 4,5 minuti. Il modulo dispone anche di un piccolo braccio robotico affinché si possa interagire con il piccolo asteroide in formazione. Ulteriori moduli, che saranno lanciati in futuro se il primo esperimento dovesse avere successo, potranno disporre di apparecchiature robotiche più avanzate.

L’esperimento sarà molto utile anche per avere una visione più completa sul comportamento dei grani nebulari e sull’influenza della microgravità sulle particelle che compongono gli asteroidi. Inoltre lo studio potrebbe essere utilizzato negli eventuali tentativi di deviare asteroidi pericolosi in rotta con la Terra o in quei progetti riguardanti missioni umane su Marte in cui si prevede di usare asteroidi come trampolini di lancio.

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