Gli anziani fanno parte di quella fascia di popolazione più soggetta, per limiti fisici, alle cadute, eventi che molto spesso possono rivelarsi alquanto dannosi o dolorosi. Recenti teorie supportano l’idea secondo cui supplementi di vitamina D favorirebbero le persone anziane nel porre più attenzione alla postura del corpo, nel mantenere l’equilibrio e nell’evitare, quindi, le cadute tramite un azione di irrobustimento muscolare e osseo.
Secondo ScienceDaily, non è del tutto chiaro come la vitamina D potrebbe di per sé aiutare gli anziani ad evitare le cadute. Nonostante questo, alcune organizzazioni sanitarie ne hanno consigliato l’assunzione alle persone anziane soggette a queste tipologie di incidenti, asserendo che la vitamina D aiuterebbe a restare in posizione diritta e a mantenere stabilmente tale posizione.
Una nuova ricerca, condotta dal dottor Mark Bolland dell’Università di Auckland, in Nuova Zelanda, pubblicata su The Lancet Diabetes & Endocrinology, rivela che non vi è sufficiente correlazione tra una maggiore quantità nella dieta o un’assunzione di integratori di vitamina D, con o senza calcio, con il numero di cadute a cui possono incorrere gli anziani.
La ricerca si basa sui dati provenienti da 29.535 persone anziane e rivela che la percentuale di cadute che hanno dovuto affrontare coloro che si sono sottoposti a diete ricche di vitamina D è diminuita non più del 15%, una percentuale ritenuta troppo bassa dal gruppo di studio.
Con il propagarsi dell’invecchiamento e con un aumento costante dell’età media, prevenire le cadute accidentali da parte degli anziani potrebbe risultare fondamentale ed altri studi dovrebbero essere condotti in futuro in maniera più approfondita.
Una possibilità viene comunque aperta dagli autori della ricerca: la vitamina D potrebbe forse essere di aiuto per quegli anziani particolarmente soggetti a cadute o a perdite di equilibrio, ossia quelle persone anziane la cui percentuale di cadute accidentali risulterebbe relativamente molto alta. Questa porta sarebbe rimasta aperta perché lo studio di cui sopra avrebbe analizzato solo il numero totale di cadute di tutti i soggetti presi in esame e non il numero di cadute individuali.
A seguito della pubblicazione della ricerca, Clifford Rosen del Maine Medical Research Institute e Christine Taylor dei National Institutes of Health, hanno dichiarato che finché non si otterranno prove certe, si resterà sempre con il dubbio riguardo all’azione degli integratori di vitamina D tra gli anziani più vulnerabili alle cadute.
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