Una squadra di ricercatori dell’università di Bristol ha ideato ali di aeroplani che possono autoriparare crepe e rotture varie che si formano sulla struttura esterna. Negli aeromobili, le ali rappresentano le parti più delicate dell’intera struttura in quanto sono spesso soggette a varie tipologie di difetti tra cui la continua formazione di crepe e fessure. queste ultime possono essere molto pericolose perché, se non trattate in tempo, possono portare a guasti gravi e generare vere prove catastrofi.
Per arrivare all’autoriparazione, gli scienziati hanno sviluppato piccole microsfere che contengono una sorta di agente di guarigione a base di carbonio liquido.
Quando la superficie delle ali viene danneggiata, le microsfere rilasciano il liquido che si indurisce subito effettuando quella che a tutti gli effetti è una sorta di riparazione tappabuco.
Ovviamente si parla di piccole crepe e non fori di diverse decine di centimetri per i quali l’intervento umano risulterà ancora necessario.
Gli scienziati avrebbero preso in ispirazione dal modo in cui agisce il corpo umano quando la sua superficie viene tagliata. In quel momento il corpo è in grado di coagulare il sangue e di far guarire completamente la ferita nel corso di un tempo relativamente breve.
Il team ha lavorato sul progetto dal 2008 e la scelta di un polimero a base di carbonio è avvenuta solo dopo vari test con altri tipi di materiale evidentemente non rivelatisi molto adatti.
Il polimero a base di carbonio, invece, si rivelerebbe efficiente in quanto le piccole sfere scoppiano letteralmente, nel momento in cui si forma una crepa, rilasciando carbonio liquido che, reagendo con lo speciale materiale posto sull’ala, si indurisce rattoppando fessure e tagli. Secondo gli scienziati, il metodo offrirebbe un processo in grado di far recuperare un’ala fino al 100% delle sue funzionalità.
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